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Gli accusati: «Siamo stati offesi per anni. Chi ci ha diffamato pagherà i danni» In serata festa al ristorante

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La voce di Gustavo Witzel, presidente della terza sezione della Corte d'Appello del Tribunale di Torino, è quasi un sibilo. «Assolti», dice Witzel specificando poi successivamente gli articoli del codice presi in esame. Il dottor Agricola non sta nella pelle e urla qualcosa, subito zittito dal suo avvocato. Witzel va avanti: quando termine di leggere il dispositivo della sentenza, sembra di essere stati catapultati in uno stadio. Baci e abbracci. E lacrime, pure. Moggi si materializza in aula con le lenti degli occhiali appannate, arrivano la moglie e il figlio di Giraudo, la consorte di Agricola: tutti urlano e si stringono in un solo abbraccio. L'avvocato Chiappero, legale di Agricola, mostra orgoglioso il proprio telefonino sul cui display campeggia l'immagine di uno dei trionfi juventini: «Siamo tutti così», dice a voce alta. Vincenti. Trionfanti. Felici e soddisfatti. La paura più grossa è terminata: dopo la condanna di Agricola in primo grado (Giraudo era stato prosciolto, ma con una formula che al collegio difensivo non era piaciuta per nulla), ieri è arrivata un'assoluzione piena. La somministrazione di epo, data per certa dal perito D'Onofrio nelle fasi finali del processo di primo grado? Il fatto non sussiste. La frode sportiva e l'abuso di farmaci? Il fatto non costituisce reato, «perchè la legge 401 del 1989 non può essere applicata in quanto non è dimostrata l'alterazione delle prestazioni con la somministrazione dei medicinali — ha poi spiegato Anna Chiusano, avvocato di Giraudo. Viene meno, dunque, tutto il castello accusatorio». Resta, innocua, un'ammenda di duemila euro che Giraudo dovrà pagare per violazione della legge 626, quella sulla sicurezza dell'ambiente lavorativo: i medicinali trovati presso la sede d'allenamento della Juventus non erano infatti conservati in un magazzino a norma. Guariniello e i quattro magistrati che sostenevano l'accusa accusano il colpo: nessuna dichiarazione, meglio magari pensare al ricorso in Cassazione, ultimo grado di giudizio. «Non lo temiamo — ha subito detto Agricola, condannato in primo grado a un anno e dieci mesi — equesta sentenza cancella tutto quanto detto e fatto in sette anni e due mesi lunghissimi: un'esperienza che è stata distruttrice sulla mia persona dal punto di vista fisico e morale. Mi riprenderò: prima di dire o fare certe cose, però, bisognerebbe pensarci non una ma mille volte. Tredici mesi fa, in occasione della sentenza di primo grado, dissi che avrei voluto verificare se l'esperimento giudiziario che veniva fatto sulle mie spalle avrebbe mantenuto la propria forza anche nei gradi successivi: quell'esperimento è miseramente fallito». La gioia di Moggi: «È fallito il tentativo di infangare le nostre vittorie». Giraudo ha rincarato: «Siamo stati offesi per anni e ora quel teorema giudiziario è stato distrutto: ma i danni di immagine che abbiamo subito chi li ripaga? Non lasceremo nulla di intentato nei confronti di chi ci ha aggredito, pensando che il teorema di Guariniello equivalesse già a una sentenza passata in giudicato». La giornata è stata comunque lunga. Le controrepliche della difesa, iniziate alle 9,25, sono terminate alle 10,50: dopo di che, il giudice Witzel si è chiuso in Camera di Consiglio uscendone solo dopo le 16, segno forse che tra i giudici non tutti i pareri erano concordi. Giraudo - che uscendo dal PalaGiustizia non aveva nascosto il proprio ottimismo: «Non ci fermeranno nemmeno qui», Agricola e i rispettivi avvocati si erano recati a quel punto nella vicina sede della Juventus per poi consumare un pranzo nel ristorante preferito di Moggi, in pieno centro cittadino. Quindi l'attesa, protrattasi forse più del previsto. Ma, infine, portatrice di una notizia che restituisce la Juventus all'onore del mondo. Il sipario è calato, insomma. Come

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