Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Nedved: «Per me è come un derby»

Esplora:
default_image

  • a
  • a
  • a

Pavel Nedved non nasconde la propria stanchezza: «Sono riuscito a qualificarmi per i Mondiali con i miei compagni della Repubblica Ceca. Contro la Norvegia sono state vere battaglie, giocate anche su campi pesanti. Sono contento e orgoglioso, mi sono sdebitato: quattro anni fa, da capitano, avevo perso il treno agli spareggi. Anche per questo, quando i miei compagni mi hanno chiesto di tornare, ho risposto sì. Adesso mi sento un po' svuotato: su di me c'era una pressione enorme. Ora mi dedico alla Juventus e alla Champions League, che resta la priorità di questa stagione: ai Mondiali per ora non penso, sono troppo lontani». Intanto, Roma-Juve. Magari con Cassano, che Nedved coccola così, un po' come ha fatto Moggi nei giorni scorsi: «Se non dovesse giocare, mi spiacerebbe perché si tratta di un campione. Però, non ho elementi sufficienti per giudicare l'intera storia: i fatti li conoscono solo a Roma». Punto di vista legittimo. Il tentativo, da parte juventina, è quello di tenere basso il volume: «Spero che l'ambiente sia diverso rispetto a qualche mese fa, con meno calcioni e meno tensione. Conosco poco la Roma, ma in precampionato ci hanno dato parecchio fastidio. Per me, laziale per cinque anni, si tratterà comunque di un piccolo derby: il passato non si cancella, lo si porta dentro. Ci sono sfide personali che vivi sempre puntando a migliorare e, se possibile, a fare di più e meglio. Siamo uomini, non macchine: io contro la Roma, Totti contro Capello sono duelli che senti e che hai piacere di vivere. Senza drammi, però». E se qualcuno insiste nel voler considerare Roma-Juve come la partita dell'anno, quella che darebbe significato a un'intera stagione, la Furia Ceca alza le spalle: «Per noi non può essere così. A parte il fatto che ogni settimana si parla sempre della partita dell'anno, in palio ci sono tre punti che valgono come tutti gli altri. Può capitare che noi si esca battuti dall'Olimpico, ma i giallorossi dovranno sudarsi un'eventuale vittoria. Del resto, bisogna anche accettare la forza altrui e sapere che non si può vincere sempre». Intanto, la giornata prevede anche Fiorentina-Milan e qualcuno pensa che potrebbe anche essere tempo di svolta: «Io dico che è ancora presto. L'anno scorso, a gennaio, avevamo otto punti di vantaggio che abbiamo perso in un amen. E poi è stato un testa a testa fino alla fine». Chissà.

Dai blog