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Olanda in vantaggio, poi la rete di Gilardino e l'autogol di Vlaar. Toni fissa il risultato sul 3-1 Lippi soddisfatto: «Questa squadra ha personalità». Prima sconfitta dell'era-Van Basten

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L'Italia, che nell'era Lippi non aveva mai incontrato una squadra che aspirasse a vincere i Mondiali (bilancio degli Orange nel girone di qualificazione: 10 vittorie e 2 pareggi, 27 gol fatti e 3 subiti), se l'è cavata bene: vittoria per 3-1 e scampoli di bel gioco uniti a consapevolezza dei propri mezzi che, per una volta, non ha fatto rima con spocchia e presunzione. L'impressione è che stia nascendo una squadra solida e consapevole dei propri mezzi, capace di fare gioco senza scoprirsi. Con Del Piero libero di svariare alle spalle di Gilardino e Toni, gli azzurri provavano subito a fare la partita: Pirlo però faticava a diventare padrone del centrocampo, poco aiutato dal Camoranesi svagato di questi tempi, e l'Olanda guadagnava campo. I nipotini del divino Van Basten allargavano spesso il gioco sulle fasce dove Babel e Castelen provavano ad affondare i colpi su Zambrotta e Grosso. Era comunque un'Italia che non si faceva schiacciare: dopo un paio di facili interventi di Abbiati (e un gol annullato per fuorigioco a Kuyt), gli azzurri mettevano il naso fuori e lo facevano anche bene. Un colpo di testa di Toni finiva a lato di un soffio, poi Gilardino trovava il gol ma l'arbitro annullava ritenendo che il pallone fosse già uscito sul cross di Zambrotta: una bella Italia nel frangente, che seguiva i dettami di Lippi affrontando a viso aperto una delle favorite per il prossimo Mondiale. Lo stesso Abbiati mostrava buona sicurezza e un più che discreto colpo di reni sulla conclusione dal limite di Kuyt. Pochi tatticismi, tanta voglia di giocare a calcio. E Castelen, a destra, che sfruttava la sua rapidità per creare l'azione che portava al gol i padroni di casa dopo un paio di tocchi in mezzo all'area: Babel batteva così Abbiati, mentre Camoranesi si cambiava gli scarpini davanti a Lippi. Meritato o no, era il vantaggio olandese. Cui però l'Italia replicava immediatamente: da sinistra, il destro di Del Piero era chirurgico nel servire Gilardino in mezzo all'area. Testa e gol, allora, con Toni che nel frattempo si era portato via un paio di difensori: non che l'attaccante della Fiorentina e quello del Milan si fossero cercati chissà quanto fino a quel momento, ma era comunque stata più che sufficiente l'applicazione di entrambi nel non pestarsi i piedi. La parità era più che meritata, allora, ma all'Italia non bastava: corner di Del Piero proprio allo scadere, testa di Camoranesi e carambola su Vlaar per il 2-1 di metà gara che lasciava di sasso Van Der Sar, vecchia conoscenza juventina apparso anche ieri sera non irreprensibile ma comunque uno dei pochi senatori a essersi salvati dal repulisti messo in atto da Van Basten. Per quel che valeva, Italia promossa dopo quarantacinque minuti. Certo non perfetta, ma comunque discreta. Il tutto, meglio ricordarlo, senza Totti: Del Piero aveva comunque al suo attivo un assist e mezzo e una prestazione sostanziosa. Per Cassano, ammesso che prima o poi torni a giocare in campionato, la rincorsa verso i Mondiali si fa così sempre più dura. Chi appare sicuro del posto è invece Luca Toni: il suo gol a inizio ripresa - un misto di forza fisica, intraprendenza e freddezza - chiudeva i conti e faceva venire l'acquolina in bocca. Vuoi vedere che, Brasile a parte, davvero questa Italia potrà non avere paura di nessuno in Germania. Lippi soddisfatto del successo: «Ottima prova, siamo sulla buona strada. Per noi è una bella iniezione di fiducia. Ho visto una squadra con personalità, che ha giocato a viso aperto. Del Piero? Ha voglia da campione».

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