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Cruz «precario» di lusso

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L'argentino è in scadenza di contratto e interessa al Bayern

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Bayern battuto 2-1 e tanti saluti anche al gol su punizione segnato da Deisler che aveva fatto venire qualche spavento alla Signora. Un altro gol subito da fermo, dopo quelli presi a Monaco e Milano: proprio quello che temeva Capello. Il quale ha estratto dal cilindro una difesa a tre con l'ex Robert Kovac al fianco di Thuram e Cannavaro: modulo nuovo, con un centrocampo in cui gli esterni Zambrotta e Chiellini venivano chiamati a spingere più del solito e l'accantonamento temporaneo di Camoranesi e Nedved. In compenso, erano rispettate le previsioni che volevano Del Piero insieme a Ibrahimovic e Trezeguet. I tre punti conquistati nello scontro diretto di quindici giorni fa permettevano alla squadra di Magath di giocare con la testa sgombra da pressioni. Pizarro, sostituto di Santa Cruz (ginocchio frantumato) obbligava subito Abbiati in una deviazione in angolo dopo la solita punizione al veleno di Deisler. Del Piero si piazzava tra le due linee, ma l'assist per la botta di Trezeguet (Kahn pronto, di pugno) arrivava dal solito Ibrahimovic. L'inizio era scoppiettante, ma i migliori effetti speciali si esaurivano in quarto d'ora: Makaay confermava di attraversare un periodo di forma imbarazzante graziando Abbiati dalla destra, poi Zambrotta imbeccava Trezeguet la cui girata però terminava a lato di poco. Seguivano lunghe fasi di poco o nulla, con Ballack sotto tono nonostante gli squilli di tromba che ne annunciavano la calata su Torino e un Vieira lontano parente del giocatore ammirato fino a un mese fa. Il nuovo modulo studiato da Capello sarebbe dovuto servire a garantire maggiore spinta sulle fasce: Chiellini e Zambrotta ci mettevano voglia e sprint adeguato, ma la precisione faceva loro difetto. L'intervallo sanciva la fine dell'avventura per Del Piero: entrava Nedved ma il Bayern non faceva una piega, ben organizzato intorno a Demichelis che, davanti alla difesa, ergeva un muro degno dei Desailly dei bei tempi. Serviva un'accelerata, per andarsi a prendere i tre punti: la sberla di Ibra trovava un difensore, poi ci si riaddormentava e Capello faceva retromarcia inserendo Camoranesi per Kovac e tornando così alla Juve più classica. Fortuna o no, arrivava il gol: Nedved finiva per terra in area di rigore, la palla schizzava sul piede di Trezeguet che, tanto per cambiare, lasciava Kahn con un palmo di naso. Non un gran gol, ma quello che serviva. Peccato che, tempo cinque minuti, la difesa juventina si assopisse su punizione impossibile di Deisler e il risultato tornasse in parità. Risultato: ci doveva pensare nel finale Trezeguet a inventarsi una girata di destro che batteva Kahn e faceva respirare Capello. Per gli ottavi di finale, basterà un punto nelle prossime due partite.

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