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Una sfida per salvare o chiudere il campionato

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L'anticipo di San Siro, la sfida più affascinante che questo avvio già non del tutto squilibrato possa offrire, dopo l'ennesimo passo indietro dell'Inter, è rivolta soltanto agli interessi del campionato: per salvarlo o magari per chiuderlo definitivamente, secondo i punti di vista. Apparso in ripresa nelle ultime partite, pur avendo dovuto accusare qualche defezione pesante, il Milan sa di giocarsi gran parte del suo prestigio, e soprattutto delle sue speranze di primato finale. Con lo stesso staff tecnico in equilibrio non solidissimo e perfino con qualche mormorio su una possibile rivoluzione ai vertici societari che avrebbe del sensazionale. Ancelotti potrà contare sul recupero di Nesta e Stam, solide garanzie per la fase difensiva nonostante la renitenza a trovare valide soluzioni sulle situazioni di palla inattiva. Non avrà ancora, salvo improbabili miracoli, il suo uomo più importante, Shevchenko: che nessuno è realmente in grado di non fare rimpiangere, nonostante l'organico offra alternative di primo livello con Gilardino, Inzaghi e Vieri, nell'ordine secondo le gerarchie più di recente delineate. E nonostante la presenza di Kaka, scheggia impazzita tra le due linee, non possa lasciare indifferente Fabio Capello, che pure i problemi ha dimostrato di saper gestire al meglio: tanto da far ipotizzare che la sua sete di avventura possa portarlo prima o poi sulla panchina dell'Inter, per dimostrare di esser capace di regalare un sorriso perfino all'avvilitissimo Massimo Moratti. Già proprio quel Capello che nelle sue stagioni romane aveva provocato qualche muso lungo guadagnandosi anche la qualifica di mezza tacca: il che spiega perché sotto il Campidoglio si vinca a ripetizione in campo nazionale e internazionale. La Juventus di Don Fabio colleziona record e soprattutto guadagna credibilità e prestigio ad ogni uscita, mostrando facilità di adattamento anche in situazioni difficili, come l'assenza di Vieira e la gestione del turnover. Ma questa sera Vieira sarà in campo, a ricostituire una coppia stratosferica a fianco di quell'Emerson che sa giocare con identica disinvoltura da regista o da prestigiosa spalla per il francese. Ci vorrà un grande Milan, che avrà la spinta offensiva dell'intera Italia calcistica juventini esclusi, per rallentare una marcia trionfale verso lo scudetto che il primo scorcio di stagione sembra annunciare. Alla Juve, svantaggiata dal fattore campo, andrebbero bene in realtà due risultati su tre, ma è difficile pensar che in una sfida di questo livello vi sia spazio per i calcoli. La speranza è che, in una partita inevitabilmente guidata dalle rispettive esigenze tattiche, ci sia posto anche per l'emozione. E per lo spettacolo che la qualità degli interpreti sembra assicurare.

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