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Ancelotti: temo Ibra

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Il rossonero: stiamo pensando alla finale di Manchester

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È ancora vivo il ricordo di quella gara? «Non ci penso proprio. Anzi, da quattro giorni pensiamo alla finale di Manchester». Diverso anche il contesto. «Milan-Juventus non sarà decisiva, è ancora troppo presto. La sfida dell'8 maggio sì che era decisiva; eravamo alla fine del campionato. Lì abbiamo pagato lo sforzo della semifinale di Champions». Sfida non decisiva. Ma chi perde? «Potrebbe contare di più dal punto di vista psicologico, piuttosto che della classifica. E' chiaro che ritrovarsi a -2 o a -8 possa incidere qualcosa». Come nella gara d'andata a Torino, dirigerà l'incontro Paolo Bertini. «È acqua passata ormai. Auguro anche a lui una partita perfetta». Se la Juventus è a punteggio pieno, il Milan si presenta con una striscia di 6 vittorie. «Arriviamo in un buon periodo. Contenti della crescita della squadra: devo dire che abbiamo trovato la giusta continuità. Ai record ci si tiene sempre». Chi teme di più dei milanisti? «Ibrahimovic, perché su di lui si accentra il gioco dei bianconeri. È una sorta di regista avanzato, un punto di riferimento». Come stanno i reduci da infortuni? «Se sta bene, Shevchenko gioca. Posso comunque dire che è migliorato. Stam è da valutare. Nesta, invece, quello che ha meno problemi». Al momento, cos'ha in più questa Juventus? «Milan e Juve sono due squadre che si equivalgono. Loro sono più solidi e compatti, noi abbiamo maggior qualità. È difficile preparare una vittoria a tutti i costi. Semmai possiamo scendere in campo con la voglia di imporre il nostro gioco». E Capello? «Non può esistere un confronto tra noi due. Lui è un grande allenatore, serio e pragmatico in grado di tenere sotto pressione l'ambiente. Credo siano meritate le loro 9 vittorie».

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