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OLIMPIADI 2016

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Candidatura unica, slitta la decisioneRoma favorita su Milano. Domani Petrucci consegna ai due sindaci l'incartamento per la «corsa»

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Roma e Milano, dunque, o Milano e Roma, secondo rivendicazione di primogenitura, hanno ufficialmente depositato meno di un mese addietro alla segreteria generale del Coni richiesta di candidatura per i Giochi Olimpici estivi del 2016, quinti del ventunesimo secolo dopo Sydney, Atene, Pechino, Londra. Percorso lungo ed accidentato, dovendo prima superare lo scoglio italiano della candidatura unica, una città o l'altra, e poi l'ostacolo finale, fissato al luglio del 2009, quando competerà ai membri del CIO procedere all'assegnazione. Relativamente alla scelta di Roma o Milano, non è escluso che la decisione prevista inizialmente prima delle ferie natalizie subisca uno slittamento. A tale ipotesi, suggerita sicuramente da prudenze legate alla scadenza elettorale del prossima stagione, non sarebbe per nulla estraneo l'incontro avvenuto nel tardo pomeriggio di ieri, a palazzo Chigi, tra Petrucci ed il Sottosegretario alla Presidenza Gianni Letta. Quanto all'ostacolo finale, chiunque tra Milano e Roma uscirà dalle alchimie decisionali dei membri del Consiglio nazionale del Coni, delegati alla scelta - dopo aver preso atto del parere del gruppo di lavoro, tra cui sei Presidenti federali, e con esclusione dei quattro membri italiani del CIO, incaricato dell'esame dei due «dossiers» - si troverà dinanzi una micidiale concorrenza. Ancora nulla di ufficiale, ma si fanno i nomi di città statunitensi, Los Angeles e San Francisco sicuramente, ancora di Parigi e di Madrid, di Istanbul, di Mosca e di Tokyo. Malgrado le vistose arretratezze di cui soffre la capitale, tuttavia, per consistenza di impianti, e per «prossimità» alla catena decisionale trasversale a metà strada tra politica ed imprenditoria, Roma appare nettamente favorita nei confronti di Milano, parzialmente preferita solo in virtù dell'esistenza di un razionale bacino di canottaggio e di una sotterranea più decente di quella, impresentabile, della capitale.

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