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Basta Vieira, Capello ancora in fuga

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E la Juve che infila il suo quarto successo in altrettante partite confermandosi più che mai capolista solitaria. Vince 1-0, la truppa di Capello, grazie a un gol di Vieira trovato nel finale del primo tempo al termine di una delle poche belle azioni di una partita brutta e sotto ritmo. E Iaquinta? Un fantasma, appunto. A proposito del quale, nel pomeriggio, il direttore generale dell'Udinese Pietro Leonardi (ex responsabile del settore giovanile della Juventus) si era così espresso: «Gioca chi merita. Le nostre condizioni sono queste: se Iaquinta non vuol firmare il rinnovo, vuol dire che non rientra nelle strategie societarie. Il giocatore ha fatto richieste che non possiamo permetterci: si allenerà e sarà pagato». L'attaccante, di rimando: «Sono felice di essere rimasto a Udine per i miei splendidi compagni di squadra, per i tecnici che dimostrano quotidianamente di aver grande fiducia in me e per i meravigliosi tifosi dell'Udinese che mi hanno fatto vivere giornate di sport indimenticabili». Per i dirigenti no, par di capire. Juve rivoluzionata: centrocampo a tre con l'esordio in campionato di Giannichedda, fuori Camoranesi per normale turnover, Del Piero (300esima presenza in campionato con la maglia bianconera) e Nedved a giocare da trequartisti e Ibrahimovic unica punta. Trezeguet? Tribuna, forse per par condicio rispetto a Iaquinta o forse per smaltire un leggero contrattempo patito nell'allenamento di rifinitura nonostante la versione ufficiale parli di normale turno di riposo. L'Udinese rispondeva con una difesa a tre e l'accoppiata Di Michele-Di Natale in attacco. Inizio molle come un budino, fino a quando Del Piero pescava lo svedesone oltre la linea difensiva friulana ed era De Sanctis a dovere salvare il tutto. L'Udinese dei nanetti replicava con Vidigal, liberato da Di Michele ma impreciso nella conclusione di sinistro dal limite dell'area. Ritmi comunque lenti, con il centrocampo della Juve a farla da padrone sul piano fisico e quello dell'Udinese a cercare di giocare palla a terra per ovvi motivi. Ibra, con i suoi movimenti, provava ad aprire spazi per i compagni e ogni tanto ci riusciva: in quei casi erano spaventi grossi per Bertotto & C., mentre Abbiati viveva un inizio serata tranquillo vista la leggerezza degli avversari. Gli inserimenti dei centrocampisti juventini diventavano la chiave della partita dopo la mezzora: splendido tracciante di Blasi dalla destra, testa di Del Piero e taglio di Vieira che deviava facilmente in gol. Tutto bellissimo: in pratica, la prima bella azione della partita. Provava anche il colpo del ko, la Signora, un paio di minuti dopo, ma la bomba di Ibra da fuori area trovava i pugni di De Sanctis. Fino a metà gara, tutto qui: con l'Udinese limitata da un attacco senza peso, dove Di Michele si innamorava come al solito della giocata inutile e gli esterni non riuscivano mai ad andare sul fondo per creare la superiorità numerica. Buon per la Juve, capace di erigere una diga a centrocampo grazie alla quale, pur non giocando su ritmi altissimi, era riuscita a proteggere Abbiati nel migliore dei modi. Cosmi provava a cambiare le carte in tavola e inseriva un attaccante di peso, Rossini, chiedendogli di andare a far sportellate con Kovac e Cannavaro. I friulani prendevano coraggio grazie a Di Natale il cui pallonetto, con Abbiati battuto, veniva salvato per miracolo da Kovac. Il segno del destino arrivava intorno alla mezzora: testa di Vidigal in mischia, Abbiati parava praticamente con una rovesciata involontaria e il risultato non cambiava. Anche così si vincono gli scudetti.

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