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di SIMONE PIERETTI ERA andato via con lo scudetto cucito sul petto, i capelli color ...

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Da allora sono passati due presidenti, sei allenatori e una settantina di giocatori: è rimasto solo Inzaghino protagonista come lui di quell'avventura a tinte tricolori, ma per il portiere è cambiato poco o nulla. Appena i dirigenti della Lazio lo hanno chiamato per proporre una nuova avventura a Roma lui non ci ha pensato due volte, salendo sul treno in corsa. È un ritorno al passato inaspettato? «Sinceramente non pensavo che ci potesse essere un'ipotesi del genere, ma quando i dirigenti della Lazio mi hanno chiamato io non ci ho pensato due volte». Lei è uno dei campioni d'Italia del 2000, che effetto fa tornare a Formello e vedere che quella Lazio non c'è più? «Sono cambiate molte cose, è vero. Ma in fondo ho ritrovato tutto come avevo lasciato. Spesso mi torna in mente la Lazio dello scudetto, la Supercoppa vinta a Montecarlo contro il Manchester, la coppa Italia conquistata contro l'Inter. Quelli sono stati due anni straordinari, ma qui, pur essendo partiti tanti campioni c'è entusiasmo e voglia di far bene: da due giorni mi alleno con i miei nuovi compagni, ci sono moltissimi giovani interessanti. Faremo una buona stagione». Se dovesse giocare un solo minuto di campionato sarebbe il giocatore più vecchio ad aver calcato un campo di serie A. «Anche se ho qualche primavera sulle spalle sono ben contento di continuare a giocare: fisicamente sto bene e poi mi diverto ancora molto anche negli allenamenti. Mi toglierò i guanti quando avrò perso l'entusiasmo, mi auguro che quel giorno sia ancora lontano». Cosa si aspetta da questa nuova avventura? «Mi metto a disposizione del tecnico, sarà lui a fare le scelte: lavorerò con il solito impegno».

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