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I gregari riscattano una grigia nazionale

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Ma per fortuna, dopo la doccia scozzese subìta inalberando l'assetto spregiudicato dei tre assaltatori (con Iaquinta laddove supponevamo Gilardino, spedito in tribuna), Lippi scavalca i torpori e azzecca le correzioni, da Camoranesi, miglior azzurro, a Fabio Grosso, cursore palermitano cui dobbiamo la raggiunta decenza del pareggio, complice un'impercettibile interferenza di McNamara nell'area flipper. Tuttavia siamo ancora lontani dai problemi della grandezza che dovrebbero garantirci il metronomo Pirlo e il trio Zambrotta-Vieri-Totti. I soli superstiti del flop agli ultimi Mondiali, proprio loro, ciabattano spesso imprecisi, bisognosi di pause e poco determinanti fra il furore degli oppositori. Che ricordano l'Ascoli d'avvio stagione nel pressing e nell'occupazione degli spazi, mentre noi siamo arrivati all'Hampden Park già convinti di avere un destino fulgido, cioè di brillare nell'hit parade tedesca del 2006 e di oscurare addirittura il Brasile. Esagerazioni pazzesche. Certo, questo pareggio agrodolce ci porta a quota 14, pressoché fuori da spiacevoli complicazioni, pure se a Minsk mancheranno gli squalificati Zambrotta e De Rossi. Primo tempo che evanescente è dir poco, 35 minuti di non gioco degli italiani, spettatori al cospetto di una squadra erroneamente catalogata come la stessa dell'andata. Azzurri imbottigliati, incapaci di sfruttare fasce dove Zambrotta gioca troppo avanzato e Zaccardo appare come un pesce fuor d'acqua. Via etere Civoli e Mazzola, quest'ultimo fra gli attori della prima sconfitta patita dall'Italia contro la Scozia, ormai 40 anni fa, dipingono la pochezza dell'attacco avversario, e puntuale arriva la rete di Miller, abile a incornare un traversone di Hartley proveniente dalla trequarti. Ironia della sorte per quei cantori delle telecronache a due voci che mortificano il telespettatore con luoghi comuni e incomprensibili commenti apparentemente a effetto. Per chi osserva il match alla tv è l'unico sorriso di un primo tempo che annota la latitanza di Totti e Pirlo e la buona organizzazione di gioco dei padroni di casa. Ma è poca cosa. Ci pensano i cambi in corsa di Marcello Lippi a modificare l'esito della sfida. Invertite le fasce dei cursori, con Grosso al posto di Zaccardo, l'Italia trova un collettivo graffiante, con i centrali comunque ancora in difficoltà sulle scorribande dell'attacco di Smith. Dopo il terzo cambio, Toni al posto di un anonimo Iaquinta, arriva il primo gol italiano in terra scozzese, col sinistro di Grosso che infila Gordon da pochi passi. Finale da sbadigli, con gli uomini di Lippi quasi proiettati senza troppa gloria verso l'estate del Mondiale. Ma c'è ancora tempo per completare l'opera. E Marcello Lippi ci crede.

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