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Il suo caso è il trionfo dell'ipocrisia

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In un Paese che l'istituto delle dimissioni praticamente ignora dai tempi di Enrico De Nicola, ci si sorprende quando la dignità viene privilegiata nei confronti di interessi e giochi di potere. Così che merita particolarmente apprezzamento la decisione di Collina: detto e fatto, non soltanto detto, come accade, per esempio, ad Adriano Galliani, che lascia intravedere una possibile rinuncia alla presidenza di Lega, volta a tutelare gli interessi del Milan altrimenti bersagliato. Ora, siamo di fronte a un fatto incontenstabile: De Santis, designato erede di Collina da soloni arbitrali che non temono la bestemmia, ha certamente sbagliato a far giocare la partita di Ascoli. Avrebbe potuto tranquillamente risparmiarsi il fischio di avvio, l'incontro si sarebbe giocato ieri senza alcun problema, neanche per i nazionali in partenza. Però di qui ad affermare che il Milan sia oggetto di qualche trama oscura soltanto perché Galliani, super partes (dicono) non può difenderne gli interessi c'è incontestabile differenza. Per altro, è bene rassicurare il popolo in ambasce: a differenza di Pier Luigi Collina, Galliani le ha soltanto minacciate, le proprie dimissioni dalla presidenza della Lega, così che non sarebbe giusto coltivare dolci illusioni sulla conclusione della vicenda. Per tornare all'addio del miglior arbitro della storia del calcio italiano, e forse di quello mondiale, abbiamo assistito a una sceneggiata sgradevole, a un trionfo dell'ipocrisia: l'intento, togliersi pretestuosamente di torno l'unico personaggio che si poteva permettere anche errori (rarissimi) senza mai destare il minimo sospetto di suggestioni esterne. Malinconie del lunedì, dopo una domenica molto avara di polemiche, a parte l'episodio di Ascoli e a parte lo sconcio del campo di Reggio, Quei geni dei sindaci che hanno bloccato la serie B, imponendo una scelta umorale a dirigenti giustamente volti a tutelare i propri interessi economici, sono gli stessi che durante l'estate un impianto cittadino, il più importante, non lo negano neanche all'esibizione della fanfara di paese, procurando danni incalcolabili alla regolarità delle partite di calcio, magari per guadagnarsi un minimo di visibilità altrimenti negata. E vai così ché vai bene. non più di un antipasto, l'avvio del campionato, se ne riparlerà dopo una lunga sosta dedicata agli impegni della Nazionale per le qualificazioni mondiali: doppia trasferta in Scozia, sabato e in Bielorussia il mercoledì successivo, prima di guadagnarsi il pass per la Germania nei due incontri interni conclusivi. Poco da commentare: scontata l'esclusione di Cassano, ormai dovunque ai margini della notizia il ritorno di Angelo Peruzzi. Un numero uno autentico, se qualcuno se ne fosse per caso dimenticato.

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