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MEMORANDUM

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Clima, il peggiore di sempre. Yelena Isinbayeva, l'infallibilità dei suoi cieli al primo posto. Catherine Ndereba ed i cinque minuti di preghiera sul traguardo dopo 42 chilometri di corsa. La grazia composta di Christine Arron. I sorrisi svedesi di Kajsa Bergqvist e di Carolina Kluft nell'alto e nell'eptathlon. Tirunesh Dibaba, lo sguardo di una bambina che ha trascinato al traguardo l'infinita pattuglia delle sorelle etiopi. La disarmante semplicità d'un carabiniere di appena vent'anni sullo stesso filo d'arrivo che fu di Pino Dordoni. L'eleganza della corsa di Yuriy Borzakovskiy. Il Texas di Jeremy Wariner: bentornato uomo bianco, dopo secoli di dittatura nera sul giro che uccide dei quattrocento metri. Il provincialismo e la volgarità della federazione internazionale nella consegna dei maxi assegni sui podi delle premiazioni. Lo schianto sulla pedana del martello e la tristezza negli occhi di Ester Balassini. La severa, rarissima, disarmante autocritica di Assunta Legnante, pure salita tra le prime dodici nella pedana del peso, ma bloccata lì: chiedo scusa alla Nazione! L'impatto agonistico di Benedetta Ceccarelli, 25 anni, perugina, società Fondiaria Sai: da farne copie, a futura memoria, per il resto della truppa! Le soddisfazioni di Renato Canova, docente piemontese, straniero in patria, costruttore dei traguardi d'oro degli atleti africani. Ci sarebbe altro. Ma è finito lo spazio. Aug. Fra.

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