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Interni stile «inglese» e la solita grande predisposizione off road Costi da 55.300 euro

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La nuova Range Rover Sport passa quasi inosservata, se non fosse per le dimensioni a dir poco imponenti, per la sua eleganza, sobrietà di linee e concetti di base. Una automobilona da famiglia che ha sotto il cofano però un motore assai «cattivo». Dentro, poi è una vera e propria navetta spaziale dove nulla è lasciato al caso e la praticità si sposa alla perfezione con tutta la tecnologia a disposizione della Casa «inglese». La TDV6 non ha terminali di scarico cromati e la mascherina scintillante della Supercharged, ma rispetto a una 4.4 in compito si fa davvero arduo. La carrozzeria è quella nota, con il parabrezza sfuggente e un'aria atletica come poche altre, realizzata però nel rispetto dello stile della Casa. C'è dunque una netta predominanza di linee tese e di forme geometriche, che solo qua e là si rigonfiano e lasciano trasparire la presenza di muscoli possenti, come nella zona dei parafanghi e dei sottoporta. I dubbi sull'identità svaniscono invece come d'incanto se si ha modo di capire che quella che si ha davanti è una versione S, allestimento base offerto proprio soltanto con la motorizzazione 2.7 TDV6 e unico dei tre disponibili ad avere i sedili in tessuto. Visto il prezzo di 50.500 euro, va però da sé che base è sinonimo di povero, bensì meno ricco; sembra una sottigliezza ma non lo è. Con 55.300 euro si acquista invece una SE, che in più offre i fari bi-xeno, i sensori crepuscolare, pioggia e di parcheggio posteriori, oltre all'interno in pelle, ai fendinebbia, ai lavafari e agli inserti in legno di ciliegio sulla plancia, mentre i cerchi diventano da 18". Un valore, questo, che arriva a quota 19 con l'HSE, allestimento di punta della 2.7 TDV6. A un prezzo di 61.500 euro, mette sul piatto anche i sensori di parcheggio anteriori, lo stereo Harmon Kardon con caricatore CD, il navigatore satellitare Premium, una pelle più pregiata per il rivestimento dei sedili e gli specchietti ripiegabili elettricamente. Così come i due propulsori a benzina, anche il turbodiesel è di derivazione Jaguar, anche se i tecnici hanno apportato profonde modifiche per adattarlo alle esigenze specifiche della Range. L'intervento più importante comportato il passaggio da due turbine a una sola,. Un sacrificio tutt'altro che vano visto che consente di ottenere una curva di coppia molto più favorevole ai regimi più bassi. Visto che non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca, dove il 2.7 TDV6 non mostra di avere grande smalto è invece ai regimi più elevati. Una volta selezionata la modalità manuale, occorre infatti insistere a lungo per portare la lancetta del contagiri sopra quota 4.000, poco oltre la quale arriva l'input per il passaggio automatico al rapporto successivo. E' quindi inutile seviziare il pedale dell'acceleratore, guidando in scioltezza si viaggia altrettanto spediti (la velocità massima è di 193 km/h) e con un ottimo comfort. All'altezza della tradizione Land Rover è infine il rendimento offroad. Basta agire sulla manopolona del Terrain Response, indicando quale tipo di fondo si sta per affrontare perché l'elettronica regoli di conseguenza tutti i vari organi meccanici. Normalmente ben acquattata sull'asfalto, la Range Sport si può sollevare e porta l'altezza minima da terra a 227 mm, 55 in più rispetto all'assetto standard. Con angoli d'attacco, dosso e uscita rispettivamente di 34, 25 e 29 gradi, si comporta come una fuoristrada doc, spingendosi ovunque.

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