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Divine Proporzioni di un successo annunciato

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A me personalmente, per la lamentata grossolanità dei tratti, ricorda Ribot. E non bestemmio. Anche quel fantastico crack, per convincere il colto e l'inclita, dové esibirsi in un'immacolata carriera d'imbattuto. È la triste sorte dei fuoriclasse bruttini. Ora, il Prix d'Astarté è un Gruppo 1 sui 1600 metri in pista dritta. Sempre gli stessi criticoni, a corsa conclusa, s'interrogano sulla vittoria di Divine Proportions: «Chi ha battuto?». Così dicendo, fanno loro il principio dei turfisti inglesi per i quali non conta tanto il traguardo quanto gli avversari sconfitti. In effetti, la puledra montata da Christophe Lemaire ha sopravanzato un lotto di giovani e vecchie performers di media levatura. È vero, ma avete visto come ha disposto del campo? Ha corso all'attesa, impegolata nel gruppo, per poi schizzarne fuori con disinvoltura. Alla maniera di Valentino Rossi, scherzando. Solo due lunghezze sul palo? Ma è quanto le bastava. Alle corte, questa Divine Proportions ha fin qui disputato nove corse, e le ha vinte tutte. Adesso l'aspetta, tra due settimane, un Gruppo 1, sempre a Deauville. Il Prix Jacques Le Marois, dove se la vedrà anche coi maschi. Lì si parrà la sua nobilitade. F. St.

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