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La Ferrari risorge, Schumacher in pole

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Il campione: «È la svolta». Dietro Montoya, male Alonso. Settimo Barrichello (Rai1, 14)

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Un lampo rosso che proprio nessuno si attendeva, neppure fra gli uomini della scuderia, nonostante qualche timido segnale di ripresa nelle prove di venerdì. Pessimista pure Schumacher, troppo deluso dalle prestazioni nei tre precedenti Gran Premi di luglio, che, sulla carta, avrebbero dovuto rilanciare le ambizioni della squadra di Maranello. Troppo pochi i giorni che separavano l'impegno ungherese dalla fallimentare gara di Hockenheim per sperare in una resurrezione, questo in sintesi l'opinione del fuoriclasse tedesco. Ma la sorpresa era dietro l'angolo, proprio nell'autodromo in cui lo scorso anno la Ferrari aveva festeggiato la conquista del titolo costruttori, il sesto consecutivo. A questo punto la domanda è: a cosa si deve l'imprevedibile recupero della Rossa? Certamente al massacrante lavoro svolto nelle ultime settimane che, finalmente, ha pagato almeno a livello di qualifiche. Determinante, però, l'ultima fornitura di gomme Bridgestone, in grado di migliorare l'aderenza della vettura. Schumi parte, dunque, con i favori del pronostico, anche se incutono timore le McLaren, in quanto sulla tortuosa pista di Budapest i sorpassi sono praticamente impossibili, come a Montecarlo, e chi scatta dalla pole si è già messo in tasca mezza vittoria. A ciò va poi aggiunta la smania dell'alfiere ferrarista di riproporsi protagonista dopo essersi dovuto adattare al ruolo di comprimario, ad esclusione del successo senza gloria di Indianapolis e, volendo, dell'illusorio secondo posto conseguito ad Imola. Prevedibile, quindi, una gara impeccabile di Schumacher, in linea con il giro dipinto che gli è valso il tempo migliore nelle qualifiche. Non altrettanto brillante, invece, la prestazione di Barrichello (settimo). A lui spetta comunque il merito di avere seminato ottimismo, in un ambiente depresso, quando ha commentato la prima giornata di prove. Come anticipato, il principale ostacolo per Schumi è rappresentato dai dioscuri della McLaren, Raikkonen e Montoya. Il primo ha compiuto un giro strepitoso considerando che è sceso in pista per primo con l'asfalto sporco e poco gommato, mentre il secondo ha confermato di avere superato il fin troppo lungo periodo di adattamento alla nuova scuderia. Perso il titolo piloti, per colpa della scarsa affidabilità, la McLaren-Mercedes punta al mondiale costruttori e oggi ha l'opportunità di recuperare un congruo numero di punti sulla Renault. Occhio, dunque, alla prima curva dove Montoya tenterà il sorpasso su Schumacher e Raikkonen di sbarazzarsi di Trulli, altrimenti destinato a fargli perdere tempo prezioso ricordando che la Toyota non ha la qualità per ripetere in gara gli exploits delle qualifiche. Inattese difficoltà, infine, per la Renault su di un tracciato ritenuto ideale per esaltare le caratteristiche della monoposto francese, che, al contrario, aveva superato praticamente indenne circuiti dove era previsto andasse incontro a qualche disagio: misteri della Formula 1! Comunque Alonso non trema, perché, forte dei suoi 36 punti di vantaggio su Raikkonen, gli è sufficiente ottenere un piazzamento dignitoso per vedere sempre più da vicino un titolo che ormai deve essere consacrato solo dall'aritmetica. Ma Briatore, che pretende anche la corona dei costruttori, da pragmatico qual è farà un gran tifo per Schumacher, una cui vittoria impedirebbe alla McLaren di avvicinarsi troppo alla vetta della classifica. Insomma, un Gran Premio tutto da godere quello di questo pomeriggio. Schumacher gongola: «Questa è la pole della svolta. È la pole della squadra. Ora sarà decisiva la strategia».

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