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Mclaren vola ad Hockeneim, Ferrari in apnea

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La Fia «perdona» i sette team ribelli che disertarono il gran premio di Indianapolis

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Tuttavia Fernando Alonso e Kimi Raikkonen evitano di parlarne. Dopo le prove libere di Hockenheim lo spagnolo leader del Mondiale (77 punti) e il finlandese inseguitore (51) paiono concentrati solo e soltanto sul gran premio di Germania, quasi a significare il Mondiale viene dopo, che per il momento non conta. Invece conta eccome, e in chiave psicologica ha il suo peso. Che gioca a favore di chi insegue. Fernando Alonso ha dimostrato in più di un'occasione di saper reggere la tensione, e di aver grinta da vendere. Ma c'è un tarlo che comincia a erodere le certezze della sua determinazione asturiana: la McLaren — al momento — è la macchina più veloce che c'è. La situazione è molto più facile per Raikkonen. Perchè è più facile inseguire. Se poi si ha - come nel suo caso - la monoposto migliore l'inseguimento risulta particolarmente eccitante. Non basta invece la fede nel mito, nè la fiducia nel lavoro. No, questa volta per quanto Michael Schumacher si sforzi per migliorare, e con lui tutta la Ferrari, il divario dagli avversari aumenta. Perchè? «Non so. Ed è questo il nostro vero problema - ha ammesso il pilota tedesco, deluso dall'aver ottenuto nelle prove libere del gran premio di casa solo il decimo tempo a qualcosa come due secondi e mezzo dalle McLaren di Wurz e Raikkonen non riusciamo a capire dove gli altri sono più bravi di noi». Oggi la griglia di partenza alle ore 13 Rai 1. La brutta pagina di Formula 1 scritta ad Indianapolis si è definitivamente chiusa ieri a Hockenheim: il Consiglio Mondiale della Federazione Automobilismo ha infatti diffuso un comunicato ufficiale in cui dichiara definitivamente «non colpevoli» le sette scuderie gommate Michelin che a Indy si erano rifiutate di correre.

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