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Conti vuole mettersi alle spalle la passata stagione: sarà lui il punto di riferimento nel ritiro di Castelrotto

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La comitiva romanista che domani pomeriggio partirà alla volta del ritiro di Castelrotto sarà capeggiata proprio da lui. A dispetto dell'investitura della carica da direttore tecnico che continua a slittare, Conti sarà in pratica la diretta emanazione della società. Rosella Sensi e Daniele Pradè resteranno a Roma per continuare le operazioni di mercato e nelle prossime due settimane di lavoro in Alto Adige l'allenatore uscente della Roma avrà il compito di seguire i primi passi del nuovo corso. L'ideale passaggio di testimone con Spalletti ha in realtà un significato che va oltre la metafora. Perché è stata anche la stima di Conti nei confronti del tecnico di Certaldo che lo ha convinto ad accettare la scommessa. Quella di riportare in alto i giallorossi, reduce da una stagione da incubo. Per il campione del mondo di Spagna '82 la parola d'ordine è voltare pagina, dimenticando vicissitudini e incomprensioni che hanno costretto la squadra a lottare nelle parti basse della classifica fino alla penultima giornata. Quel recente passato adesso non conta più. «Si ricomincia con un grande entusiasmo e voglia di riscatto. Abbiamo lavorato assiduamente per gettare le basi di un grande progetto, grazie anche alle idee nuove di un allenatore bravo e capace. Con Spalletti è arrivato uno staff tecnico completamente nuovo, che dovremo aiutare ad inserirsi in una realtà difficile ma stimolante come quella di Roma. Non voglio che nessuno pensi ancora al campionato balordo che ci siamo da poco messi alle spalle. Sarebbe inutile tornare sui tanti problemi che ci hanno attanagliato; a partire da oggi dovremo concentrarci sugli impegni che ci attendono preparandoli con cura e attenzione durante il ritiro». Parole che scacciano i fantasmi, le sue, proiettando ansie e timori verso scenari diversi. Con un avviso ai naviganti. La società non sarà più disposta a tollerare comportamenti non consoni alla nuova linea di tendenza che tutti dovranno osservare. Nessun decalogo, ma il rispetto di quelle cosiddette norme non scritte alle quali ogni professionista deve attenersi. «La Roma ha un buon gruppo, ma la regola fondamentale che vige in ogni sport è saper trovare l'unione e la compattezza. Tutti devono remare dalla stessa parte: senza questo requisito essenziale non si ottengono risultati». Ma la Roma che muoverà i primi passi sarà in verità una sorta di ibrido. Quattro arrivi rimasti in sospeso, trattative sommerse tuttora bloccate e qualche situazione (Cassano e Mancini su tutte) ancora da definire. Al giudizio atteso per mercoledì prossimo da Losanna è legata la competitività della nuova squadra. «E' normale che ci sia un po' di apprensione per la vicenda Mexes. Il giudizio della Fifa ha indubbiamente condizionato il mercato della società, e adesso non ci resta che attendere con fiducia il pronunciamento del Tas. Siamo tuttavia ben consapevoli che la squadra è comunque formata da giocatori fortissimi. Ci sono tanti nazionali e sono arrivati elementi esperti per alzare l'età media del gruppo. Se ci sarà occasione e se ci verrà consentito, valuteremo poi se sarà il caso di apportare qualche modifica all'organico attuale». Conti avrà modo di seguire da vicino anche i dieci giovani aggregati alla prima squadra: Cerci, Briotti, Freddi, Galasso, Greco, Grillo, Maiorani, Pipolo, Rosi. E soprattutto Okaka, sedici anni ancora da compiere. Tutte creature che Bruno Conti ha plasmato, seguendo la loro crescita nel settore giovanile. Da allenatore ha regalato la gioia dell'esordio nella massima serie a Curci, Virga, Marsili, Briotti, Rosi e Greco. «E' del tutto superfluo sottolineare che per me è motivo di grande soddisfazione veder coronati i nostri sforzi. Sono contento per i ragazzi che sono rimasti con noi. Potranno lavorare a fianco di campioni affermati, sarà un'esperienza preziosissima».

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