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La società deve monetizzare le cessioni di Cassano e Mancini

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Si apre, proprio oggi, una settimana che per la Roma è densa di appuntamenti e di scadenze non tutti datati, anzi, molti approssimativi, però ugualmente di determinante importanza. Tra tanta benedetta luce del sole, e peggio per chi non ama l'estate, prevale l'oscurità, o almeno la foschia più densa, per quanto riguarda le vicende romaniste, con una prossima stagione tutte ancora da delineare: organico condizionato dalle difficoltà per gli acquisti ma soprattutto per quelle relative alle cessioni ritenute indispensabili per far quadrare i bilanci. Alla sette di questa sera, il primo atto ufficiale importante, la consegna delle buste relative alle comproprietà, sulle quali la Roma fonda molti interessi, in primo piano il nome di Gianluca Curci, legato a quelli di Bovo e Virga nell'operazione che aveva consentito alla società romana di congelare il debito dei Sensi nei confronti di Zamparini, relativo al passaggio delle azioni del Palermo. Pare che, pur con i diritti di priorità che la Roma vanta soprattutto sul portierino destinato alla titolarità per la prossima stagione, l'operazione abbia subito una frenata per il rifiuto di Bonanni, una delle chiavi della trattativa, a trasferirsi in Sicilia, ma non è questo il problema più delicato tra quelli da affrontare prima di consegnare a Spalletti la truppa da addestrare in ritiro. Si è maledettamente complicato l'affare Mexes, sempre che si possa definire affare l'arrivo a Roma del biondo difensore francese. Dato per scontato che la mano della Fifa sarà molto pesante, la Roma spera che un'imposizione economica, e magari un altro periodo di squalifica del giocatore, possano scongiurare l'ipotesi più temuta, cioè il blocco del mercato estero. Di qui, è intuibile, la fretta di concludere, magari entro stasera, l'accordo con i procuratori dell'argentino Placente, altro «parametro zero» fra i tanti che stanno segnando la campagna romanista, possibile ritorno di Idma compreso. Ma sarà anche la settimana entro la quale si dovrà decidere la sorte di Antonio Cassano e Amantino Mancini, da ritenere entrambi in partenza anche se per il barese è spuntata suggestiva ipotesi di un virtuale parcheggio a Trigoria, con contratto fittizio pagato dal Real Madrid e con approdo in Spagna del barese nella stagione successiva. Ipotesi suggestiva, dicevo, però difficilmente credibile, con la Juventus sempre in prima fila: e del resto qualcosa del genere, sul piano delle voci, era accaduta prima della partenza di Emerson per Torino. Anche Mancini ha i suoi pretendenti, ma la sensazione è che le buone intenzioni delle grandi società siano inversamente proporzionali alla disponibilità di contanti, proprio quelli di cui la Roma è in trepida attesa per definire ulteriori operazioni di mercato. E sarebbe un grosso errore accontentarsi per la fretta dei tradizionali due gatti da mezzo milione.

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