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NAPOLI — Il futuro di Maradona potrebbe essere ancora a Napoli, come ds o general manager del club di De Laurentiis.

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«Voglio mettere la mia esperienza al servizio del club — ha detto — da presidente? Non voglio tanto potere, voglio stare vicino alla squadra ed alla gente. Potrei fare il general manager, come si dice in Argentina». Con Aurelio De Laurentiis, però, Maradona ha detto di non aver ancora parlato. Per ora però resta sempre in piedi l'ipotesi di un futuro dirigenziale al Boca Juniors. «Con il presidente Macri ho parlato molto, ma sono convinto che tra noi due ciascuno deve avere i propri compiti, e che nessuno dei due deve invadere il campo dell' altro. Non mi piacerebbe. È per questo che non ho ancora firmato per il Boca». Tanti dunque i progetti del rinato Maradona. «Prima — ha aggiunto riferendosi al periodo di dipendenza dalla droga — mi avrebbe stancato. Le cattive abitudini che avevo mi facevano andare via da qualunque posto. Oggi ho voglia di lavorare. Tranquillamente, senza strafare. Lavorare per dare una prospettiva alle mie figlie, Dalma e Janina». E a Napoli, l'asso argentino potrebbe anche comprare casa. Glielo ha chiesto la figlia Janina, che nel pomeriggio si è fatta accompagnare dalla madre, Claudia Villafane, in via Scipione Capece, sulla collina di Posillipo, dove Maradona ha abitato fino al 1991. «Janina mi ha detto: Papà, perchè non la compri? E io faccio sempre quello che mi chiedono le mie figlie». Il prossimo appuntamento a Napoli per l'ex campione potrebbe essere il 30 ottobre, data del suo 45° compleanno. Per giocare la partita di addio al calcio al S. Paolo. Pressato da domande insistenti perchè confermasse la data Maradona ha risposto: «Mi hanno proposto questa partita. Non so. Certo — ha aggiunto — portando Dalma, Janina ed i miei genitori farei proprio un bel compleanno». Rilassato, tranquillo, sottolineando la sua rottura con il recente passato di tossicodipendenza, Maradona è apparso meno irruente nei giudizi e più pacato nei toni nel corso dell' intervista. Si è infiammato, però, per smentire un suo presunto abbraccio con il «nemico» Ferlaino, che è andato a salutarlo in albergo. «Non è vero che l'ho abbracciato. Lui mi ha dato la mano ed io glielo stretta, niente di più. Non è mio amico e non lo sarà mai. Mi ha fatto molto male». F. Cap.

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