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di DOMENICO LATAGLIATA TORINO — Replica si attendeva e replica è arrivata.

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A muso duro, anche: «Ho un gruppo da portare avanti: vi pare che una società possa dare garanzie a un suo giocatore? Io penso ai risultati, a vincere. Se Del Piero gioca bene, va in campo. In caso contrario, si adegua a quello che vivono i suoi compagni». Nulla di nuovo, alla fine: i due si erano già pizzicati a inizio stagione. Poi, gli infortuni di Trezeguet e la squalifica di Ibrahimovic hanno permesso al capitano di iniziare spesso le partite dall'inizio. Venendo però, altrettanto spesso, sostituito. È arrivato lo scudetto, ma la tregua è durata poco. «Del Piero non mi ha ringraziato? Ne ho ricevuti tanti, di ringraziamenti. Uno in più o uno in meno non cambia la sostanza delle cose: i risultati mi hanno dato ragione e questo è lo scudetto di tutti che io, personalmente, dedico a Umberto Agnelli: è lui che mi ha voluto a Torino». Capitolo chiuso, allora. E se qualcuno azzarda un «Del Piero merita la Nazionale?», Capello replica: «Faccio l'allenatore della Juventus, chiedete a Lippi. Per quanto mi riguarda, posso dirvi che contro il Cagliari giocherà e che schiereremo tre attaccanti». Il numero dieci, allora, più Ibrahimovic e Trezeguet. Mutu, che ha appena finito di scontare la squalifica per doping (cocaina), andrà in panchina ma giocherà sicuramente uno spezzone. Dopo la partita, giro in centro città su un pullman scoperto. Nella trasmissione televisiva «Sabato Sprint» Pavel Nedved ha dichiarato la propria disponibilità a prolungare il contratto in scadenza nel 2006.

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