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«Ci sono leggi efficaci, usiamole»

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Il sottosegretario alla Sanità: «Il caso-Juve è la punta di un iceberg»

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Ora interviene anche il Ministero della Sanità, attraverso il sottosegretario Cesare Cursi, a replicare a Gianni Rivera, che venerdì scorso, all'Università Lumsa di Roma, ha gettato ombre sull'operato in materia di antidoping della Federcalcio, rea, secondo Golden boy, di insabbiare episodi legati a questo scabroso capitolo. «Questa è stata un po' la settimana del doping, ma sono uscite delle dichiarazioni, come quelle di Rivera, che meritano qualche precisazione. Non è vero che la Federcalcio non faccia nulla per combattere il doping». Gli strumenti con i quali il Ministero opera sono efficaci? «Sì, c'è la legge 376 del 2000, approvata all'unanimità. La giustizia ordinaria si occupa, e come, di doping!». Il processo di Torino contro la Juventus ne è un esempio, no? «Certo. Sorprende però che sia stato condannato solo Agricola. Questo medico come può aver pagato di tasca sua miliardi delle vecchie lire per queste sostanze? Ma non voglio commentare questa sentenza che è ancora di primo grado». Come si muove il Suo Ministero in questa battaglia? «Beh, abbiamo prodotto l'elenco completo delle sostanze dopanti. E nelle prossime settimane questo elenco sarà aggiornato». Nei controlli che effettuate quanti casi di positività avete riscontrato? «Fino al 31 ottobre abbiamo effettuato 1123 controlli in 47 federazioni. Ben 263 controlli li abbiamo fatti nel calcio, 84 nel ciclismo, 101 nel nuoto, 56 nel basket. Prevediamo di arrivare a 2000 controlli entro il 2005. I casi denunciati sono attorno ai 15-20». Si prevede l'introduzione di nuovi tipi di test? «Sì, da gennaio 2005 sul sangue dei calciatori verranno effettuati anche dei test per rilevare tracce di Epo. E anche a Torino 2006 i controlli saranno rigorosissimi». Il caso Juventus è un caso isolato o è la punta di un iceberg? «Non è un caso isolato. Non è significativo che ogni tanto muoia un calciatore ancora giovane in circostanze strane?». Forse perché non si è fatto abbastanza per evitarlo. «Ecco perché nel 2000 è stata fatta la legge 376 che prevede sanzioni penali. Per esempio il codice Wada (Agenzia mondiale antidoping, ndr) non le prevede».

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