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NURBURGRING — Nel nome di Umberto Agnelli.

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Ha vinto Michael Schumacher per la settantaseiesima volta, davanti a Rubens Barrichello, capace di risalire di sei posizioni e di uscire incolume da un duro attacco di Takuma Sato per la seconda posizione. Ci ha rimesso il giapponese, costretto al ritiro dopo il contatto, e ci ha guadagnato l'altra Bar Honda di Jenson Button, sul podio per la quinta volta nella stagione. È la diciannovesima doppietta della coppia più titolata della storia della F.1, la quarta della stagione dopo Australia, Bahrain e Spagna, la sessantacinquesima della Ferrari. Un trionfo in casa tedesca nel tracollo McLaren Mercedes e con la mesta esibizione della Bmw Williams, capace di portare solo Montoya a punti. Dietro le rosse e Button, le Renault di Jarno Trulli e Fernando Alonso, la Sauber di Giancarlo Fisichella, la Jaguar di Mark Webber, e poi il mesto punticino di Montoya. La gara si è messa subito bene per Michael Schumacher. Lui non ha sbagliato nulla ed è giunto in testa alla prima curva, mentre dietro è stata bagarre. In particolare, è stata stupefacente la collisione tra le due Bmw Williams di Juan Pablo Montoya e Ralf Schumacher, poi tamponato dalla Toyota di Cristiano Da Matta. Mentre il tedesco e il brasiliano si sono dovuti ritirare, il colombiano, di cui si è visto un gesto di costernazione, è dovuto andare ai box per cambiare il musetto, rientrando 18/o. Intanto Jarno Trulli e Takuma Sato erano partiti benissimo, ma la staccata ritardata da Schumacher li aveva costretti ad andare larghi alla tornata, per essere così infilati da Kimi Raikkonen, risalito in seconda posizione, e da Fernando Alonso, terzo. Anche Rubens Barrichello ha guadagnato due posizioni, dalla settima alla quinta. Schumi, all'ottavo giro, è stato il primo ad andare ai box, ripartendo in 8''33 in ottava posizione. In quegli istanti la McLaren del filandese ha rotto il motore (la settima volte in sette gare), per un mesto ritiro in terra di Germania, sottolineato da un gesto emblematico, le mani sulla testa. Sato a Barrichello sono passati così nell'ordine in testa alla gara, seguiti dal campione del mondo e da Button, anche lui con una fermata. Rubinho, che aveva più benzina, è andato al pit al 15/o giro, rientrando dietro al giapponese della Bar, primo nipponico della storia a partire in prima fila in un Gp. Coulthard, Webber, Massa e Fisichella sono stati gli ultimi ad andare al rifornimento. Button ha fatto uno spettacolare sorpasso sullo scozzese al 20/o, prima della sosta della McLaren, ritiratasi a sua volta, sempre per la rottura del propulsore, al giro 26: per la seconda volta, dopo il Bahrain, i guai Mercedes sono costati un doppio ritiro. All'uscita dai box della Toyota di Panis, c'è stato un problema per Schumacher, che è dovuto andare largo per evitare il contatto. La sua seconda sosta, al 29/o, è stata di 8''2, che gli ha consentito di restare in testa davanti a Barrichello, secondo dopo i pit di Sato e Button. La terza sosta di Sato c'è stata al giro 44 e il giapponese è riuscito a rientrare un attimo dopo il passaggio di Barrichello, che così si è ripreso la seconda posizione, subendo però subito dopo il sorpasso in fondo al rettilineo, dove c'è stato anche un contatto, con perdita di parti di un deflettore. La manovra, insomma, gli è costata parecchio, perché prima ha dovuto richiedere l'aiuto dei meccanici ai box, poi ha rotto anche il motore, con una fumata spettacolare, per essere poi consolato da David Richards in diretta tv: è stato comunque un protagonista, è una promessa. La Ferrari vola, gli altri devono restare a guardare. Anche la scena sul podio in cui, con una fascia nera al braccio, i trionfatori rinunciano a stappare lo champagne.

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