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Petacchi vola, Simoni controlla

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Rovinosa caduta di Aug. Oggi prime leggere salite e Cunego ci prova

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C'è poco da fare, la sua superiorità allo sprint è abissale nei confronti di chiunque, e non c'è ciclista che lo possa contrastare se non occasionalmente. Quando riuscirà a rendere al massimo anche al termine di corse più lunghe del solito (per esempio la Parigi-Tours e la Milano-Sanremo, le due classiche nelle quali ha riportato le due ultime sconfitte), potrà essere considerato un marziano. La pioggia battente ha un po' rovinato le fasi finali della tappa di ieri (da Spoleto a Valmontone, 164 km), rendendo impossibile la visibilità e difficoltoso l'equilibrio in bici. Malgrado ciò il gruppo (tirato dalla Fassa) ha condotto gli ultimi chilometri a quasi 60 di media, facendo un boccone dello strappetto posto a un chilometro e mezzo dal traguardo: vano, in quel punto, l'allungo del campione del mondo Astarloa, così come vani i tentativi di fuga che hanno preceduto lo sprint. La più importante evasione della giornata è stata quella di Fortunato Baliani, all'attacco dal km 72 al 146, ma si sono visti in avanscoperta anche Fertonani, Illiano, Sella, Rastelli, Giordani, Loda, Gasparre. Della volata c'è poco da dire: quando è lanciato bene dai suoi, Petacchi è imprendibile, e il povero Pollack, giunto al suo quarto secondo posto in questo Giro, l'ha ormai capito. Subito dopo il traguardo, però, è caduto Aug, il corridore lettone coinvolto nello scivolone di Cipollini a Civitella. Mentre lì venne tamponato da SuperMario (e rimase in piedi), qui è stato lui a tamponare Nauduzs, altro compagno di squadra. Aug è finito contro le transenne, ha battuto la schiena, si è rotto il mignolo della mano sinistra, il bacino e la clavicola: il suo Giro è finito. In ogni caso nella tappa odierna non sarebbe stato protagonista, visto che i velocisti lasceranno spazio agli uomini di classifica: l'arrivo è posto infatti dopo 8 km di salita, al Santuario di Montevergine di Mercogliano. La frazione, che parte da Frosinone ed è lunga 214 km, non provocherà certo scatafasci nella graduatoria: le pendenze non sono terribili, e in vetta potrà arrivare tranquillamente un gruppetto coi 15-20 uomini più in forma del momento. Se qualcuno andrà in crisi, potrebbe pagare qualcosa, ma niente di impressionante. In definitiva, la storia di questo Giro non verrà scritta oggi, a meno che Cunego non vinca, come è ben possibile che succeda, e, tra l'abbuono e il resto, strappi la maglia rosa al suo capitano Simoni.

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