Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Nel primo test di montagna secondo posto per la sorpresa Cunego. In ritardo il varesino e Rebellin. Ottima la prestazione di Figueras E sabato nuovo esame in salita

default_image

  • a
  • a
  • a

E ieri ha dato un ennesimo saggio della sua grandezza: tutti aspettavano il suo giovane compagno di squadra Cunego, e invece Gibo ha voluto far presente al popolo del ciclismo che lui non ha nessuna intenzione di passare la mano. Ha lasciato che Cunego si producesse nel suo scatto, a 3 km dall'arrivo in salita di Corno alle Scale, tanto era già sicuro dell'epilogo, in cuor suo; e infatti subito dopo, visto che intorno a lui i rivali erano già in debito d'ossigeno, è partito da par suo, ha ripreso con tre pedalate il veronese, e lo ha staccato nel giro di 300 metri. Solo in testa, Simoni è potuto correre verso il traguardo, a conquistare la sua prima vittoria del 2004, ma soprattutto a riprendersi la maglia rosa, che pare appartenergli quasi per diritto di famiglia. Tutti i pretendenti al primato sono stati staccati. Cunego è il più vicino in classifica, ma ieri si è capito che nella fortissima Saeco, anche per quest'anno, le gerarchie sono cristallizzate: Simoni è il capitano unico e assoluto, e da qui in avanti anche il giovane Damiano dovrà uniformarsi a questa verità rivelata. Popovych ha in qualche modo tamponato la falla, e se sulle prime ha provato a tenere il ritmo dello scatto di Cunego, ha capito in fretta che non era aria, e che era il caso di salire regolare, provando a recuperare qualche secondo in progressione, semmai. È andata proprio così, ed ora l'ucraino è l'unico che in classifica veda da una distanza decente l'accoppiata della Saeco. Bravo Pellizotti, che ha superato brillantemente un momento di difficoltà ed è poi rimasto coi primi inseguitori; ottima la prestazione di Figueras, non proprio uno scalatore, che continua a frequentare i quartieri alti. Male invece Garzelli e Rebellin, i due sconfitti di Corno alle Scale. Il primo, che era accreditato come il maggior pericolo per Simoni, ieri è stato coerente col suo floscio avvio di Giro, e non è riuscito a tenere le ruote dei migliori. Gli va bene che la salita, o per lo meno la parte veramente dura, era piuttosto breve, e quindi ha potuto limitare i danni a 34" di ritardo (che diventano però 54" con l'abbuono) da Simoni. Dovrà farsi un esame di coscienza, Garzelli, e vedere di ritrovarsi anche piuttosto in fretta, visto che sabato ci sarà il secondo arrivo in salita. Per Rebellin la tappa di ieri era invece un obiettivo rosso sin dalla vigilia del Giro: si pensava che il vincitore di Amstel-Freccia-Liegi avrebbe potuto vestirsi di rosa dopo Corno alle Scale; ma il veneto si è staccato troppo presto per non far pensare che il suo picco di condizione sia ormai abbondantemente alle spalle. Curiosa, infine, la storia dei fratelli Mazzoleni. Non si tratta di una tragedia greca, ma quando i casi della vita mettono due fratelli l'uno contro l'altro, qualche emozione particolare c'è sempre. È quanto successo ieri, con Renzo Mazzoleni impegnato nella fuga della vita, oltre 130 chilometri all'attacco, con la consapevolezza che solo un miracolo gli avrebbe permesso di giungere primo all'arrivo; e suo fratello Eddy, in testa al gruppo, obbligato dalla ragione di squadra ad inseguirlo. La Saeco doveva ricucire la situazione per permettere alle sue punte di dare la stoccata negli ultimi chilometri della salita di Corno alle Scale (in effetti Simoni e Cunego hanno poi dominato sulle ultime, durissime rampe); e questa necessità contingente ha dato vita a uno scontro fratricida che non è così frequente nel ciclismo. In tema di scontri, oggi torna quello tra i velocisti. Nella quarta tappa (Porretta Terme-Civitella in Val di Chiana, 184 chilometri) gli uomini di classifica torneranno a farsi da parte, in attesa della nuova resa dei conti di sabato (arrivo in salita di Montevergine di Mercogliano). E allora saranno di nuovo protagonisti Petacchi e soci.

Dai blog