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Capello non cerca giustificazioni: «Una stagione comunque da otto»

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«Non avevamo motivazioni»

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Troppo poca la Roma vista al Barbera contro il Perugia anche per cercare una giustificazione. «Questione di stimoli» spiega il tecnico giallorosso che, vista la situazione in classifica e tutto il resto, non sembra aver preso poi male la sconfitta col Perugia. Capello sembra più concentrato sul futuro, che non preoccupato per il risultato ininfluente del campo siciliano. Già, perchè domani a Trigoria ci sarà l'atteso incontro col Real Madrid per definire l'affare Samuel-Emerson. Tutto ancora in aria s'intende, ma si inizia a trattare e si potrebbe chiudere in qualsiasi momento. Ormai la cessione dei due sudamericani sembra inevitabile e gli emissari dei «galacticos» vorrebbero portarli via entrambi. Alla Roma andrebbero poco più di 40 milioni di euro e c'è la possibilità di inserire nell'affare l'attaccante voluto da Capello: Morientes. La preoccupazione del tecnico giallorosso trapela soprattutto quando gli viene riportato lo striscione esposto dai tifosi romanisti al Barbera: «Capello... paura di osare». «Quei signori — attacca stizzito Capello — evidentemente non guardano i numeri e le formazioni che ho mandato in campo per anni, soprattutto quando ho vinto scudetti. Le mie squadre sono sempre state le più offensive e poi... non è che in panchina avessi Maradona, Zico o Platini. Se li avessi avuti — continua — li avrei utilizzati. Comunque accetto i commenti di tutti, positivi e negativi, senza problema anche se quando nella ripresa abbiamo giocato con tre attaccanti, non abbiamo mai tirato in porta... tranne Totti». A conferma, qualora ce ne fosse stato ancora bisogno, della pochezza della panchina giallorossa. E il futuro, almeno al momento, preoccupa il tecnico friulano: nonostante le smentite di circostanza. Sulla partita poco da aggiungere. «Non avevamo motivazioni e la differenza è stata tutta lì. Loro hanno giocato con la voglia e la determinazione di chi ha un obiettivo di raggiungere, noi no. Accettiamo la sconfitta con serenità, con l'unico rammarico di non aver giocato al calcio e di non aver potuto salutare il nostro pubblico. Abbiamo giocato le ultime otto partite in trasferta, troppo: non ci ricordiamo più com'è fatto l'Olimpico». Ma qualcosa, secondo lui, la sua Roma avrebbe meritato. «Sì, soprattutto nel primo tempo, poi gli abbiamo regalato due gol. Il primo? Un problema di piazzamento, Zotti non ha visto partire il pallone». Alla vigilia aveva promesso di far giocare chi finora si era visto meno. «In parte l'ho fatto mettendo dentro Zotti e D'Agostino stavolta dal primo minuto». Anche Totti non è sembrato in grande giornata, forse condizionato dalla voglia di raggiungere Shevchenko in classifica cannonieri. «Anche lui poteva fare di più, ma almeno ci ha provato da tutte le parti. Su punizione, al volo». Archiviato il Perugia, il tecnico traccia comunque un bilancio positivo di questa stagione praticamente conclusa. Ecco i voti di Capello: «Dieci alla squadra che vince... Noi? Otto pieno, ce lo siamo meritato».

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