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di FABRIZIO MARCHETTI VENTI ORE di emozioni.

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A modo loro, con una trasmissione fiume in radio, per sostenere, anzi lanciare l'aumento di capitale da 120 milioni. Capitali freschi, linfa vitale per un club che vuole sotterrare il passato e recidere il cordone ombelicale con una situazione pregressa fatta di debiti, tanti, troppi. Circa 230 milioni, con la spada di Damocle del fisco (pendenza da 119 milioni) che è un rebus ancora da sciogliere. Eppure per una giorno, che in realtà finirà stamattina alle 10, la Curva ha diffuso via-etere quel senso leggiadro d'appartenza, a un simbolo, e di fiducia capace di spazzare via le paure. Cronaca d'una giornata passata accanto alle radio: i tifosi l'hanno seguita, ascoltata, apprezzata. «La Voce della Nord», condotta da Gianluca Tirone, con il supporto del direttivo degli Irriducibili, è entrata nelle casse diffondendo un messaggio di speranza. La Lazio ce la farà: l'aumento di capitale verrà sottoscritto, e dove non arriveranno gli azionisti istituzionali saranno pronti loro. «Non molliamo mai», recita un messaggio, che è diventato un po' lo slogan principe d'ogni manifestazione biancoceleste. E dai microfoni le testimonianze del passato a rendere ancor più importante una testimonianza fulgida di fede. Eriksson, Lovati, Casoni, e poi ancora Maestrelli, il grido d'amore di Chinaglia dall'America, il ricordo dei figli-Maestrelli, la spinta del tecnico di oggi, Roberto Mancini e del campione di ieri, Giuliano Fiorini, quello capace di spostare il burrone della C con un colpo di punta, col Vicenza, in quella sfida drammatica all'Olimpico che ancora vive negli occhi della gente. E infine la spina dorsale della Lazio di oggi: Longo-De Mita-Masoni. Tutti uniti per l'aumento di capitale da 120 milioni. E insieme a loro si muovono acquirenti, potenziali investitori e associazioni. Punto primo, la cordata di Riccione, guidata dall'imprenditrice Emanuela Marchetti. Ieri è stata inviata la lettera a Capitalia (all'ingegner De Cecco), e a ruota anche agli altri azionisti (nelle prossime ore puzzle completo) che detengono, complessivamente, il 18%: un'offerta «solidale» di 40 milioni per rilevare il controllo della società. Condizione imprescindibile, il «sì» di tutti e sei i soggetti interessati, senza alcun diniego. «Abbiamo anche la delega notarile per dare agli investitori, qualora accettino, tutte le coordinate bancarie», sottolinea Stefano Greco, portavoce dell'avvocato Riccardi, rappresentante del gruppo che ha diramazioni in Svizzera e vuole stringere i tempi. La società lavora su altri fronti: ieri incontro con altri investitori esteri, si aspetta la risposta degli olandesi, si strizza l'occhio a «Lazionista». Che potrebbe coinvolgere, oltre a Giulio Violati (domenica scorsa a Milano insieme all'Ad Masoni), re delle acque minerali, anche Palombini, Danesi, Fiorucci e il regista Guido De Angelis. Si lavora alacremente: oggi attese risposte dal governo sulla dilazione decennale del debito col fisco. C'è ottimismo. Praticamente chiusa la «partita» infragruppo con Cirio, la Lazio genererà una plusvalenza che oscillerà tra i 2 e i 3 milioni di euro dalla compensazione crediti/debiti. Capitolo-squadra, Mancini suona la carica: «Noi faremo nove punti, l'Inter no, quindi sono fiducioso. Il quarto posto non ci sfuggirà», ha detto il tecnico dai microfoni di «Talk Radio», nella giornata dell'orgoglio laziale. Tutti uniti per un unico obiettivo. Il rilancio della Lazio.

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