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Samuel punta al tricolore con la Roma ma pensa anche a un futuro in Inghilterra

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«Scudetto? Ci credo, ma quel rigore...»

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A dispetto di tutto e tutti Samuel punta ancora sulla Roma per la corsa al titolo tricolore. Non vuole fare polemiche ma non si nasconde sul rigore concesso da paparesta al Milan contro l'Empoli. È proprio quello, forse percepito come un segnale, che sporca di qualche dubbio il pronostico del centrale difensivo argentino. «Lo scudetto? A 5' dalla fine di Milan-Empoli ci credevo di più: poi con quel rigore tutto è diventato più difficile...». C'è amarezza, rabbia, più per il dubbio che quel penalty ha innescato, che non per altro. Anche qui, come sempre, Samuel non fa mistero dei suoi pensieri. «Le impressioni che ho avuto sul rigore dato al Milan — ha detto l'argentino — sono quelle che hanno avuto tutti non voglio parlare di malafede. Ovvio che da fuori mi ero illuso che potessimo prendere qualche punto ai rossoneri, ammetto che ci sono rimasto male». Più per il modo, che per il risultato... ovviamente. L'argentino torna poi su quanto già espresso qualche settimana addietro: resta a Roma, ma vuole vincere qualcosa, dopo tre anni di buio. «Non vincere? Un po' fa male, speriamo di farlo al più presto. So che dipende anche da noi, non cerco di incolpare altri. Certo, noi vogliamo vincere e farlo anche per il popolo giallorosso. Sto a Roma da tanto tempo ormai e ho visto cosa succede qui quando ci si riesce. Mi piacerebbe ripetere quella festa: volevamo riuscirci già quest'anno». Ma anche lui, come molti altri, non nega come vincere qui sia più difficile. «Vero ed è così per tanti motivi. Anche perché in generale siamo più attaccati». Da qui alla fine pochi conti da fare, la Roma deve vincere sempre e sperare nella debacle rossonera. «Difficile dire quante possibilità abbiamo ancora di farcela: ovvio che sabato ce n'erano di più. Io comunque continuo a crederci, non dobbiamo mollare ora, soprattutto perché il Milan non gioca più come prima e quindi qualche errore lo può commettere. Vero però che anche noi non stiamo esprimendo il nostro calcio migliore». La butta sui nervi, sarà una battaglia ad alta tensione. «Nelle ultime partite sapevo che loro avrebbero sentito più tensione che può influire. Noi dobbiamo arrivare allo scontro diretto a 4 o 5 punti da loro, per potercela giocare li». Una Roma con la stessa mentalità di quella dello scudetto? «Stessa testa, ma con meno esperienza. Ci sono molti giovani, ma sono tutti nazionali». Inevitabile poi, soprattutto analizzando il momento societario, chiedergli qualcosa del suo futuro: anche qui non si tira indietro. «Ora penso solo a giocare per la Roma, so quello che sapete voi... — palese il riferimento a crisi societaria e voci di una sua partenza — ma ho già detto che se dovessi scegliere, per rispetto dei tifosi, mai andrei in un'altra grande italiana. Mi attira il campionato inglese, mi piace il calcio che si gioca li e l'atmosfera. In ogni caso non è questo il momento di parlare del mio futuro. Il presidente ha fatto uno sforzo nel risolvere la situazione, non parliamo di cessioni importanti ora. Poi a fine campionato vediamo cosa fare. Io penso solo a recuperare per domenica». Sulla riduzione dell'ingaggio ha già dato. «Io me lo sono ridotto pochi mesi fa — quando ha rinnovato il contratto fino al 2008 — lo devo rifare? Non voglio dire niente perché ognuno ha le sue idee e sono tutte rispettabili». Già, ma quelle di Samuel, a Roma, contano più delle altre: lui non si tocca. Empoli, bis a Palermo Sarà ancora il neutro di Palermo, stadio «Renzo Barbera», ad ospitare la Roma domenica 25 aprile nella gara contro l'Empoli: ore 15. Lo ha deciso la Lega Professionisti preso atto della squalifica del campo della Roma.

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