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Stasera al Delle Alpi (20.30, Sky Calcio 4) i biancocelesti affrontano una Juve ferita Il tecnico: «Non sono in crisi, sarà dura batterli ma ci servono punti Champions»

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Il Delle Alpi, dove la Lazio non perde da sette stagioni e spesso riesce anche a vincere, sarà il teatro della sfida di stasera tra una Juve colpita ma non ancora affondata e la banda Mancini a caccia di punti Champions. Il tecnico ci crede e spinge i suoi pirati ad una nuova impresa nello stadio che ospiterà la finale di ritorno della Coppa Italia il prossimo 12 maggio. Uno stadio finora amico anche se le insidie non saranno poche ancorché l'avversario viene dalla sconfitta di Milano con l'Inter e attraversa un periodo di scarsa forma. Tant'è, ci vorrà una Lazio concentrata per strappare un risultato importante a casa Moggi e respingere così la prevedibile fuga del Parma impegnato nel pomeriggio contro il Lecce (l'Inter scenderà in campo a Pasqua a Perugia). Dunque una giornata che, sulla carta, vede Corradi e compagni sfavoriti rispetto alle dirette concorrenti nella lotta per la conquista del quarto posto che apre le porte al preliminare di Champions League. Mancini chiarisce la situazione: «Sono rimaste poche partite alla fine e ci sono tre squadre in un punto: ogni gara adesso è ancora più importante del solito. Non possiamo quindi che andare a Torino per fare la nostra gara e vincere, nonostante l'avversario si chiami Juventus. Contro l'Inter non ho visto una squadra in crisi, è stata una gara decisa dagli episodi. Soprattutto dopo il pari i bianconeri hanno giocato bene e avuto anche le occasioni per passare in vantaggio. Poi hanno preso gol allo scadere e il terzo subito a inizio ripresa e lì la gara è finita. Le critiche a Lippi? Non mi hanno meravigliato. Nel calcio non ci si ricorda mai del giorno prima. Lo stesso potrei dire per certe cose dette dopo la sconfitta del Milan. Oltretutto Lippi lo conosco da tanto, da quando allenava la Primavera della Sampdoria. I miei punti di riferimento come tecnici sono Boskov ed Eriksson, mi piacerebbe però vincere quanto Marcello». Intanto non ci ha mai perso: in cinque confronti tre successi dell'allenatore biancoceleste e due pareggi. In assoluto, Lippi non batte la Lazio dal 5 aprile 1998, quando con la Juventus vinse 1-0 all'Olimpico in campionato: da allora tredici incontri giocati con otto successi della Lazio e cinque pari. «Sono state sempre partite tirate, è vero che negli ultimi tempi abbiamo vinto più spesso noi, ma questo conta poco. Nedved in crisi? Pavel è quasi un robot, ma una flessione può averla anche lui». Allontana anche i discorsi sul suo futuro, preferisce pensare al presente anche se riserva una battuta sulle notizie di un suo possibile sbarco in Spagna: «Sono contento di sapere che ho un attico a Madrid - ha scherzato il tecnico - non lo sapevo... Leggere che il Real mi vorrebbe fa piacere, anche se non è vero. Certi titoli però li conserverò per farli vedere ai miei figli». Finale polemico dedicato al suo contratto con la Lazio: «Mi è già successo di rivedere un accordo a ribasso, ma di queste cose sarà meglio parlare dopo che la situazione della società si sarà sistemata. Certo, le chiacchiere sul mio stipendio non mi sono mai piaciute. Ora comunque penso solo a battere la Juve». Mancini ha portato a Torino venti giocatori compresi Casazza e Negro candidati alla tribuna. Il modulo sarà il 4-4-2, in porta rientra Peruzzi, con Oddo confermato sulla destra in difesa, Stam e Mihajlovic coppia centrale e Favalli a sinistra. A centrocampo spazio al quartetto Fiore-Giannichedda-Liverani-Cesar. In attacco Corradi più uno tra Muzzi e Inzaghi con il primo favorito anche se non si possono escludere ribaltoni dell'ultima ora. Al Delle Alpi farà freddo, previsti quattro gradi e quarantamila spettatori dei quali un migliaio provenienti da Roma. Arbitrerà Bertini e i laziali già fanno gli scongiuri.

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