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di TIZIANO CARMELLINI LA ROMA si butta via.

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Ora la squadra di Capello è terza, due punti dietro i bianconeri, ma con una partita da recuperare, il derby: vista la classifica della Lazio, si preannuncia una stracittadina tutt'altro che facile da giocare. Il disastro giallorosso si materializza al termine di una partita giocata solo per pochi minuti sullo standard «Roma», con la testa e le gambe ancora al Villarreal, senza grinta e con Capello che riesce a sbagliare tutti i cambi a disposizione. Dall'altra parte il modesto Bologna di Carletto Mazzone venuto a Roma per cercare di limitare i danni. L'ex tecnico giallorosso quasi non crede a tanta grazia, raccoglie il primo successo negli scontri diretti con il collega Capello, riporta a casa tre punti importantissimi per la classifica della squadra che allena e taglia definitivamente le gambe a quella che ama: da sempre. I giallorossi partono piano La Roma inizia bene, Totti sembra avere la voglia e parte a testa bassa. Dopo cinque minuti show a centrocampo, annoda le gambe di Pecchia e Zaccardo e apre a Cassano: lancio millimetrico a Mancini, palla per Emerson che dalla distanza stampa sul palo. Sembra il prologo dell'ennesimo show casalingo giallorosso: non sarà così, perché dopo questo flash, iniziale la Roma si siede. Così, dopo poco più di venti minuti, arriva ancora una volta la doccia fredda. Il bologna attraversa per la prima volta la metà campo giallorossa, Pecchia trova un rimpallo nell'area di Pelizzoli e fredda l'Olimpico: fa uno a zero. La Roma impiega sette minuti a riprendersi dallo choc, poi inizia macinare e agguanta il pareggio. Candela fa l'unica cosa degna di nota di tutta la sua gara, recupera un pallone a centrocampo, innesca l'azione giallorossa aprendo su Mancini, il brasiliano la mette nel mezzo e il ponte di Panucci trova pronto il solito Cassano: 1-1 e dodicesimo gol stagionale del folletto barese. Quindici minuti da Roma vera L'ultimo quarto d'ora della prima frazione di gara, diventa così un assalto all'arma bianca, nel quale la Roma fa vedere le cose migliori pur non riuscendo a trovare il raddoppio. Candela (41') da due passi a portiere battuto, sbaglia una cosa da ufficio indagini. Poi Dacourt (42') fa la barba al palo alla sinistra di un incredulo Pagliuca, quindi Mancini non trova la coordinazione giusta per chiudere a rete un triangolo show tra i due fenomeni giallorossi Totti e Cassano. Due minuti e il capitano prova a far tutto da solo: ma la botta fuori non trova lo specchio della porta. Tutto inutile, il primo tempo si chiude in parità. La Roma non rientra in campo Dopo aver visto la Roma che ha chiuso la prima parte di gara, Capello e l'Olimpico si aspettano la goleada nella ripresa. Da San Siro buone notizie, col Milan sotto di due gol col Chievo (scontato il doppio boato dello stadio quando il tabellone luminoso mostra i rossoneri in affanno). Niente, tutto inutile, perchè anche stavolta la Roma non risponde ai comandi e non coglie l'attimo. La squadra di Capello non rientra in campo con la testa giusta e le gambe dopo la partita di giovedì in coppa pesano sempre di più. Il gioco s'annebbia e anche Capello perde di lucidità. Strano il primo cambio Candela-Delvecchio che comunque in qualche modo ci può anche stare, perché il tecnico non poteva forse immaginare quanto l'ex attaccante sarebbe stato inutile per la manovra giallorossa. Inspiegabile il secondo: fuori Cassano, dentro Montella: un ectoplasma con la maglia della Roma. E, non a caso, dopo un minuto dal suo ingresso, arriva il raddoppio del Bologna. Meghni scende sulla fascia e mette nel mezzo, Panucci si fa una bella dormita e Tare ha tutto il tempo per decidere dove mettere il pallone di testa: 2-1 e Roma che perde le staffe, così come Capello. Il tecnico aspetta qualche minuto ancora, capisce di aver sbagliato il ca

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