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Roma ai russi, i tempi ora si allungano Il Governo, per voce di Pescante, sponsorizza la cordata moscovita: «È gente molto affidabile»

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Sembrava tutto fatto o quasi, la cessione della Roma ai russi della Nafta Moskva era data praticamente per scontata e l'ufficializzazione sarebbe dovuta avvenire già ieri pomeriggio nel Cda previsto a Villa Pacelli. In realtà le cose non stanno proprio così, Sensi ha rinviato il Cda in programma ieri a domenica pomeriggio (ore 18 dopo la partita contro il Parma, ndr) e anche lì non sembra dirà granchè in chiave cessione. All'ordine del giorno resta la relazione semestrale e la documentazione da presentare per le licenze Uefa. C'è poi la voce «varie ed eventuali», nella quale l'azionista di maggioranza della Roma, potrebbe far rientrare novità dell'ultima ora: da non escludere anche la convocazione dell'assemblea straordinaria degli azionisti, passaggio che potrebbe rivelarsi inutile ai fini dell'ufficializzazione della vendita della società. Ma anche questo potrebbe non servire. Già, perché in assenza di contrattazioni (cioè con la Borsa chiusa, ndr) Sensi potrebbe dare l'annuncio in qualsiasi momento senza dover render conto a nessuno: ovvio poi l'obbligo, alla riapertura delle contrattazioni, della comunicazione dell'avvenuta cessione all'organo di vigilanza Consob. Ma è ancora tutto in aria. C'è un accordo di massima tra le due parti e Sensi, come già detto, non sembrerebbe soddisfatto delle garanzie «tecniche» offerte dalla cordata russa che fa capo a Sulemain Kerimov. I soldi ci sono e questo non sembra rappresentare un problema, ma il numero uno gialloroso prima di vendere vuole sapere cosa i «signori russi» vorranno fare della società. Senza un piano non vendo, sembra essere l'ultimatum dell'azionista di maggioranza della Roma. E i russi si stanno adoperando anche per questo, far capire a Sensi che fanno sul serio e che vogliono solo il bene della Roma. In questo senso una «spinta» verso la chiusura in senso positivo della trattativa, è arrivata ieri anche dal Governo. Chiaro il segnale del sottosegretario ai Beni Culturali con delega allo Sport Mario Pescante che ha definito i russi «gente seria». Se Sensi aveva bisogno di un alleato in questa trattativa o di «visure» sulla qualità dell'offerta, Pescante gliele ha offerte su un piatto d'argento (sarà un caso o c'entra qualcosa l'amicizia tra Putin e Berlusconi?). «Ero ad Atene con molti dirigenti russi — ha detto Pescante — come il presidente del comitato olimpico della Russia, persona molto vicina a Putin. Dico quello che mi hanno riferito: la cordata che vuole la Roma è molto seria, e molto affidabile. Si tratta di persone che hanno scelto questa strada di comunicazione e penetrazione nel mondo occidentale». L'affare dunque c'è e le contrattazioni continuano, non è saltato tutto come qualcuno aveva fatto trapelare ieri pomeriggio. Gli avvocati italiani incaricati di verificare la situazione economica della Roma, hanno acquisito documenti e stanno analizzando la questione. Tutto fermo fino a lunedì prossimo quando le due parti si rivedranno per passare punto per punto i termini dell'affare e procedere con le consultazioni. Vista la complessità dell'operazione e la quantità di mini-società che la Roma comprende (Il canale tematico, il merchandising e tutto il resto), c'è da credere che ci vorranno ancora diversi giorni per arrivare al punto di chiusura. È forse proprio per studiare meglio tutte le carte, che ieri i russi a Roma non si sono visti: o meglio, non si sono visti con la Roma. L'avvocato Trifirò, legale dello cordata moscovita, è venuto a Roma ma non negli uffici della Pavia e Ansaldo. Se incontro c'è stato, si è trattato solo di «visure» di tipo tecnico-amministrativo e non di riunione con uomini in giallorosso. Tutti rimandato quindi, almeno fino a lunedì, giorno nel quale le due parti si rivedranno per fare il punto della situazione... tranne colpi di scena e Sensi permettendo.

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