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L'ex campione farà il maestro di boxe per evitare il carcere Ora è inghiottito dai debiti: «Sto morendo di fame»

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La parabola di Tyson Iron-Mike al tappeto

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Le lezioni gratuite dell'ex campione mondiale dei pesi massimi, fanno parte dell'accordo che Tyson ha raggiunto in un tribunale di New York per evitare di finire in cella. Alla vigilia dell'inizio del processo per una rissa avvenuta la scorsa estate all'hotel Marriott di Brooklyn, il pugile ha accettato di proclamarsi colpevole e di sottoporsi a sei mesi di servizi sociali e riabilitazione. Le 100 ore da trascorrere nella palestra Gleason's Gym a Front Street, sotto il ponte di Brooklyn, fa parte del patteggiamento che eviterà a Tyson il rischio di tornare di nuovo in galera, dove era finito nel 1992 dopo essere stato condannato per lo stupro di una reginetta di bellezza e di nuovo nel 1999 per aver picchiato due automobilisti in Maryland. A 37 anni, lontano dal ring da quando un anno fa mise ko in 49 secondi Clifford Etienne, Tyson nel tribunale di Brooklyn ha cercato di mostrarsi pentito ed ha letto in aula una breve dichiarazione nella quale ammetteva di essersi comportato in modo «estremamente disordinato» quando, il 21 giugno 2003, aggredì due uomini che peraltro - come ha sottolineato il suo avvocato - lo avevano pesantemente provocato. Fuori dall'aula, poi, è comparso un Mike Tyson ancora più insolito. «Che ci crediate o no - ha detto, con gli occhi bassi, ad un gruppetto di cronisti - sto morendo di fame. Sono un disoccupato e devo trovare un modo per pagare le mie bollette. Andrò a combattere da qualche parte, a fare esibizioni, probabilmente in Messico a maggio o giugno. È davvero difficile per me guadagnare qualcosa in questo paese, ma in un modo o nell'altro devo farlo. Voglio fare un combattimento al mese, andrò a fare esibizioni». Lo scorso agosto, Tyson ha formalmente dichiarato fallimento e pare che abbia sulle spalle debiti per 34 milioni di dollari. Sembra lontana anni luce quella notte del 1988 nella quale, in un minuto e 48 secondi, mandò al tappeto Leon Spinks e incassò 21 milioni di dollari (in pratica, intascò 230.000 dollari per ogni secondo di combattimento). Mel Sachs, l'avvocato dell'ex campione, si è detto «estremamente felice per l'accordo con i procuratori», accolto dal giudice di Brooklyn John W.Carter. Se c'era una cosa che più di ogni altra Tyson temeva, era finire di nuovo in carcere, chiudendo ogni possibilità di girare per il mondo per cercare di fare qualche soldo con la popolarità che ancora lo accompagna, come ha dimostrato la piccola folla che lo ha accerchiato fuori dal tribunale, per chiedergli autografi. Restano gli interrogativi sul tipo di modello che Tyson potrà offrire ai ragazzini che andrà ad allenare sotto il ponte di Brooklyn. Il pugile decaduto potrebbe anche tirar su qualche giovane promessa da inviare ai provini che Sylvester «Rocky» Stallone sta cominciando a fare su un ring a Hollywood, per scegliere i protagonisti di un reality-show televisivo che la prossima stagione cercherà di seguire passo passo la nascita di un nuovo campione del pugilato americano.

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