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Ricucci si attesterà sul 3,2% ma per ottenere la licenza-Uefa serve solo l'ok sul piano-Baraldi

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La Lazio sbanda in Borsa: ieri nuova seduta negativa, -1,55%. Le turbolenze del mercato ruotano intorno all'aumento di capitale da 120 milioni, che, a oggi, non ha scialuppe di salvataggio. Almeno apparenti. Le dimissioni di Paolo Ligresti dal Cda sono un sintomo del disimpegno degli azionisti forti. L'imprenditore sembra intenzionato a riflettere anche sull'eventualità di confermare il proprio 5,22%: ci sta pensando, alla fine ci sarà, ma non è l'esigua porzione del pacchetto azionario a soddisfare le esigenze d'una società alla ricerca di un'azionista. Anche perché l'alter-ego di Ligresti, cioè Ricucci, sta cavalcando l'onda-Bnl, recidendo il cordone ombelicale che lo legava a Capitalia e contestualmente alla Lazio. L'immobiliarista detiene il 3,2% e non sembra orientato a incrementare la propria partecipazione. Allora si fa largo l'ipotesi che l'aumento di capitale raggiunga un tetto diverso rispetto a quello previsto: non più 120 milioni ma fino a un tetto, massimo, di 80 milioni. Anche perché c'è ottimismo in merito alla licenza-Uefa: la società dovrà chiarire entro il 31 marzo (con possibile ricorso) la posizione con i propri tesserati (fino a dicembre 2003). La Lazio dovrà semplicemente vidimare la proposta dei giocatori in merito alla proroga del piano-Baraldi. Non saranno infatti contestati i rapporti con Irpef e Valencia (al quale, si sussurra, sarebbe stato offerto Pandev), perché ancora oggetto d'un contenzioso. A quel punto potrebbe però saltare la conversione in azioni. Il club attende comunicazioni e potrebbe far slittare la ricapitalizzazione a metà marzo: l'altro nodo fondamentale, infatti, riguarda la costituzione di un consorzio di garanzia. Mediocredito ha già scartato la possibilità di offrire l'àncora di salvezza al club: ora si prova a percorrere la stessa direttrice con altri istituti di credito. Che non hanno ancora fornito indicazioni precise. Da fissare il prezzo di emissione (valore nominale 0,60 ma con la possibilità del sovrapprezzo) e un Cda da rivedere. In sospeso rimane anche Brachetti Peretti dell'Api, arrivato alla Lazio grazie alle sinergie con Geronzi. L'unica certezza, a oggi, sono quindi i piccoli azionisti rappresentati dall'Apa. Il 2 aprile, al Summit, riunione per fare quadrato. L'unica via d'uscita sembra quella che porta a un cavaliere bianco: c'è chi lavora nell'ombra, con il supporto di alcuni partner, per uscire allo scoperto entro 7 giorni. Altrimenti si defilerà. Questione arbitrale: veemente attacco del Milan sul sito ufficiale nei confronti biancocelesti. I rossoneri parlano «di condizionamenti» e fanno una lunga lista di presunti favori arbitrali elargiti alla banda-Mancini, colpevole di voler condizionare l'arbitraggio di domenica. Dura la reazione di Longo e De Mita. «Non accettiamo lezioni di stile. E poi se parlano così sono loro a condizionare i fischietti».

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