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VERONA — I numerosi tifosi della Lazio arrivati a Verona per sostenere i propri beniamini lo avevano ...

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Ma il numero uno del Chievo da professionista ha chiuso la porta del suo cuore e quella della sua squadra. Luca Marchegiani festeggia nel migliore dei modi il suo trentottesimo compleanno regalandosi una gioia personale. Il rigore parato a Claudio Lopez non verrà ricordato come quello neutralizzato a Giannini in un derby colorato di bianco e celeste e deciso da Beppe Signori, ma farà parte dei ricordi di una lunga carriera. «Sono contento soprattutto per il risultato ottenuto - afferma - impattare con una grande squadra come la Lazio dopo aver giocato per quasi tutta la ripresa in inferiorità numerica è motivo di soddisfazione. Ho dato il mio contributo alla causa parando il calcio di rigore, ma quando un portiere para un tiro dagli undici metri ci sono tanti fattori fortunati». Marchegiani non si scompone: la sua umiltà regna sovrana anche nel giorno delle rivincite. Sognava di chiudere la carriera in biancoceleste Marchegiani, dopo aver dato dieci anni della sua vita alla causa laziale. Ed invece qualcuno ha cambiato la storia d'amore a lieto fine lasciandolo andare senza una parola, senza un saluto. Quello dei tifosi ad inizio partita era stato simpatico: «Marchegiani portaci in vantaggio» gridavano dalla curva nord, quella riservata ai sostenitori biancocelesti, ma questa volta le ragioni del professionista hanno prevalso sulle scelte di cuore. «La gente laziale mi vuole ancora bene, ma il loro affetto è sicuramente ricambiato: sono stati dieci anni indimenticabili, ho la Lazio nel cuore e porterò sempre dentro di me questi colori». Alla fine della partita un sincero abbraccio con Angelo Peruzzi e con i vecchi compagni mentre il pullman della Lazio era già in moto: poi ognuno per la sua strada. Sim. Pie.

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