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Capello sicuro: «Ho trovato la cura giusta»

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Degli avversari teme collettivo e testa: «Non mollano mai, con loro la partita finisce solo dopo i tre fischi»

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Una settimana giusta giusta per preparare il match dell'anno contro la Juve, ha convinto Capello. «La terapia ha cominciato a produrre i suoi effetti — rivela alla vigilia il tecnico giallorosso — stiamo venendo fuori dal momento di poca brillantezza». E poco importa se dall'altra parte ci sarà la solita Juve, perché la Roma, come già detto più volte, «deve temere solo la Roma». «Al momento la Juventus non è al top — spiega il friulano — ma in una forma accettabile, discreta e ultimamente la loro difesa prende meno gol. Nedved? Io mi preoccupo sempre quando dicono che un giocatore non è al meglio». Una partita da prendere con le pinze. «Loro verticalizzano con grande velocità dovremo stare attenti a non permetterglielo — dice cercando una chiave tattica dell'incontro — mentre noi abbiamo più cose in altri settori del campo. Un giocatore decisivo? Entrambe le squadre hanno uomini che possono risolvere la partita». E, in questo senso, spezza una lancia in favore di Cassano più volte criticato per il periodo «no». «Lui fa la sua parte come tutti — dice sereno Capello — non vedo perché dare la colpa a qualcuno: si vince e si perde tutti insieme». Ma la cosa che preoccupa maggiormente Capello è l'organico bianconero e quella voglia di vincere da sempre carta in più della Juve: la mentalità. «Sono d'accordo con Tommasi. La cosa in più che ha la Juve rispetto alle altre è la determinazione. Non mollano mai è una cosa trasmessa da anni, io lo so perché ho giocato lì. È passato tanto tempo, ma non è cambiato nulla, sono sempre convinti di potersela giocare alla pari con tutti anche quando non è così. Contro la Juve la partita finisce solo dopo i tre fischi arbitrali. Non demordono mai». Già, la Juve, in una partita che non si può sbagliare: uscire sconfitti stasera equivarrebbe a perdere il treno-scudetto. «Perdere vorrebbe dire andare a -8 dal Milan: tanti». Ma Capello in questo senso ha delle speranze. «Noi e la Juve un calo lo abbiamo già avuto, loro no: quindi aspettiamo anche perché tra poco tornano le Coppe. Certo, se dovessero andare forte fino alla fine gli faremo i complimenti». Ma la Juve, oltre che avversaria storica in campo, rappresenta un altro modo di interpretare il calcio nel quale Capello non si è mai rispecchiato. «Io non andrei alla Juve, sono scelte di vita — dice il tecnico giallorosso — rispetto la società che colloco tra le prime cinque al mondo, ma a me non interessa andare li». Moggi e Baldini, due modi diversi di «vivere» il calcio. «Sono amico di Moggi — entra nel merito Capello — da vecchia data, ci siamo conosciuti all'inizio della carriera. Baldini è un giovane bravissimo, un grande conoscitore di calcio. In lui la Roma ha una pedina molto importante». Strategie e modi d'agire diversi, con un unico scopo finale: «Vincere, quella è una filosofia uguale per tutti... poi non tutti ci riescono».

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