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di PAOLO DANI BRESCIA — Troppo brutto per essere vero.

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Ci pensa l'ex laziale, con un colpo di testa, a tenere in pista, e in corsa, i rossoneri nella corsa scudetto. Era la partita di Baggio contro Kakà, un ideale passaggio del testimone tra il campione di sempre e l'astro nascente che già ammalia. Hanno convinto tutti e due: campioni veri. Il resto è confinato in una partita anonima. Parte forte la squadra di De Biasi: pratica, organizzata e lucida. Chiude bene gli spazi e riesce a imbrigliare le bocche da fuoco rossonere. Brighi fa correre un lungo brivido sulla schiena del Diavolo al quarto d'ora. Il laterale sorprende Nesta sugli sviluppi di un calcio d'angolo e ci prova in diagonale: la traiettoria si spegne vicino il palo difeso da Dida. Caracciolo si muove bene, Baggio ha esperienza da vendere, il Brescia corre a supporto delle proprie stelle e Ancelotti fatica a trovare le contromisure. Rui Costa si vede poco e niente, la manovra non decolla, come lo spettacolo. Baggio prende un pestone, sembra out, poi si rialza e mette seduto Nesta con un dribbling circense. Applausi a scena aperta. Due minuti prima era stato il suo erede Kakà a strappare un'ovazione con un controllo al volo da manuale. Il Milan sale di tono con il passar dei minuti, prima Cafu e poi Shevchenko si trovano a un passo dal reattivo Agliardi ma è troppo poco. Almeno per fare 1-0. Sheva sarà pure la punta di diamante ma predica sempre nel deserto. Il Brescia tiene il ritmo alto, ringhia con i centrocampisti e raddoppia in ogni zona del campo. Un sussulto al 40', targato-Rui Costa: destro violento dal limite, palla sul fondo, d'un niente. Il finale di primo tempo è rossonero, il Brescia cerca di rendere meno pressante l'offensiva. Si riparte e la musica non cambia. Il Bresci ha un Baggio in più: che all'8' pennella, con un tacco incrociato, un assist da campionissimo. Ancelotti non ha frecce nel proprio arco, almeno in campo. Il tecnico prova a mescolare le carte: esce Gattuso, entra Serginho. Si cerca maggiore profondità, mentre De Biasi toglie Baggio e inserisce Del Nero. La partita regala pochi sussulti e il Milan latita davvero: è il Brescia a sfruttare un assist di Caracciolo e a presentarsi solo davanti a Dida. Prima Del Nero si fa intimorire dalla presenza del portiere brasiliano, che devìa in angolo, poi Mauri, indisturbato davanti all'estremo difensore rossonero, sciupa in modo banale spedendo la palla in rimessa laterale. Da dimenticare. Kakà prova a svegliare i suoi con una percussione che fa strabuzzare il Rigamonti. Ancelotti si ricorda troppo tardi di Tomasson e lo inserisce al posto di Rui Costa. Quando sembra tutto compromesso arriva la zuccata vincente di Pancaro: a dieci minuti dalla fine, sugli sviluppi di un angolo di Pirlo. Chiude una traversa di Kakà. Il massimo con il minimo sforzo: equazione Milan.

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