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Sull'orlo del baratro l'unica certezza sono i tifosi azionisti

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Sono sparpagliati in quell'80% del pacchetto azionario, percentuale dove la cordata di San Marino pare presente al 28%. Sono comunque i più affidabili dentro questa saga biancoceleste che mischia affetti, chiacchiere, tradimenti e speculazioni, mentre stanno arrivando scadenze soffocanti. Noi cerchiamo chiarezza, quasi rassegnati all'irreperibilità della holding o del grande imprenditore di riferimento su cui appoggiare fondate speranze. Che scarseggiano pure nello stesso presidente Longo, galantuomo spesso impegnato a diffondere irragionevole ottimismo dopo gli anni sventati dell'opulenza cragnottiana. Credere in quale schieramento, prima d'accertare domani il quorum assembleare necessario all'arduo passaggio successivo? Probabilmente deliberato l'aumento di capitale da centoventi milioni di euro, resterà sempre inquietante l'elenco dei presunti salvatori e delle forze bancarie contrapposte. Meglio la fede appurata di settantamila anonimi, rispetto alla parsimonia pelosa che accomuna Ricucci, Ligresti, Merloni e Brachetti Peretti nonostante gli appelli arrivati dal club devastato. Meglio una nuova vita, fra ridimensionamenti obbligati (Roberto Mancini seguirà Stankovic e Stam, destinazione Inter?) e debiti raccorciati, rispetto alla tempestosa regia-Geronzi che posticipa solo la risoluzione di problemi chissà quando davvero eliminabili. Né le ultime bufere su Capitalia lasciano presumere prossime schiarite, prescindendo dalla smentita canonica resa ieri sulle annunciate trattative con il gruppo sanmarinese. Qui si balla sull'orlo del baratro. Qui si tentano strategie che allontanano il supremo obiettivo di restituire normalità alla Lazio, gloriosa ultracentenaria portata dal destino verso i piccoli azionisti. Cioè gli anomali sottoscrittori di buona parte del precedente aumento di capitale, che meritebbero quanto meno una loro rappresentanza nella gestione societaria. Lo sanno i soci dell'Apa, l'associazione nata il nove gennaio scorso per moltiplicarsi e ottenere presto la partecipazione diretta dei tifosi al melodramma a puntate. I modelli, forse irraggiungibili, sono mutuati dal Manchester United e dal Real Madrid, salvo sprigionare immediato orgoglio per una sensibilità popolare storicamente irrintracciabile negli altri club italiani. L'attuale Lazio è della gente, anche se proseguono gli sperperi rituali sotto forma di cariche assegnate e lunghi contratti miliardari. Anche se resiste l'organigramma istituzionale al posto d'un governo democraticamente eletto dalla public-company d'emergenza. Risulterà dunque doveroso correggere l'anomalia, ammesso che escano dalle tasche dei soliti innamorati i mezzi indispensabili per chiudere dignitosamente il campionato. Con un buco di circa quattrocentoquaranta milioni, si può giusto procedere alla giornata vagheggiando provvidenziali sceicchi.

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