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Il dirigente si scaglia contro i club che non hanno i conti a posto: «Andrò fino in fondo perché tutti devono rispettare le regole Il futuro? Propongo Bondi alla guida della Lega»

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Questa volta a spargere sale sulle ferite del mondo del pallone di casa nostra è Giuseppe Gazzoni Frascara. Da mesi l'ex presidente e patron del Bologna sta portando avanti una crociata contro il doping amministrativo e i troppi intrecci oscuri che circondano lo sport più amato nel nostro paese. In una lunga intervista rilasciata al settimanale «l'Espresso», in edicola da oggi, il dirigente degli emiliani ha ribadito le accuse al doping amministrativo, che sta portando il calcio «allo sfascio». Accuse già lanciate negli ultimi mesi del 2003. «Andrò fino in fondo - ha detto Gazzoni - finchè non mi avranno risposto. E lo farò per il bene di tutti, perchè con i conti di oggi il rischio è quello del tracollo. Rischiamo di fare la fine della Parmalat, se serve a rendere l'idea». Gazzoni è ancora più duro quando l'argomento si sposta sulle due formazioni romane, alle prese con crisi societarie di difficile soluzione. «Potrei sapere - ha affondato il coltello - perchè Roma e Lazio devono all'Irpef somme ingenti, e hanno chiesto di rateizzare in dieci anni di pagamento? Si può fare? Se si può fare, dovevano dirmelo, avrei voluto approfittarne anch'io e mi sarei tenuto quegli 8 milioni di euro: invece di darli al fisco li avrei spesi sul mercato». L'azionista di maggioranza del Bologna ha poi respinto l'invito di qualche collega al rispetto della sportività: «Ma quando scopriamo che il Parma ha 77 milioni di euro di debiti, chi parla di sportività non conosce nemmeno l'italiano, senza dire delle più elementari regole dell'economia». E quando qualcuno paventa il sospetto che sia solo il «portavoce» dei club più grandi, lui replica stizzito. «Un conto - ha puntualizzato Gazzoni - è che la Juventus sia d'accordo con me, un conto dire che agisco per conto terzi. Agisco per conto mio». Non è nemmeno una crociata contro la Roma: «Però, dico: è possibile che debba ancora avere 100.000 euro da Sensi dei 6.000 biglietti acquistati per la partita di Bologna?». Gazzoni, dunque, vede nero. Mentre l'orchestra continua a suonare, il calcio imbarca acqua. Eppure il nome per ripartire il patron rossoblù ce l'ha. «Enrico Bondi. Prima o poi finirà il suo lavoro in Parmalat, e allora rivolgiamoci a lui. Non è una boutade, avanzo ufficialmente la sua candidatura. Nelle immagini televisive di questi giorni, lo si è visto entrare alla Parmalat seguito da un alto graduato della Finanza. Lo vorrei vedere entrare in Lega con la stessa scorta». Intanto a fine gennaio potrebbe essere presentato alla Corte Federale della Figc l'esposto-dossier sugli illeciti amministrativi e fiscali di alcune società di serie A. «Non è detto - ha chiuso Gazzoni - bisognerà vedere. Intanto mi attende una riunione di Lega, il 13 gennaio. Voglio sentire cosa dicono. Sono per lavare i panni sporchi in famiglia, l'ho già detto. Fin quando è possibile».

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