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IL PICCOLO Joel Myers stringe orgoglioso il pallone insaccato dal papà Carlton per superare lo storico muro dei 10.

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Già, perché lui, il più forte giocatore in attività, ha in fondo una bacheca di successi non troppo piena. Uno scudetto, una Coppa Italia ed una Supercoppa italiana con la Fortitudo ed un oro ed un argento agli Europei con la Nazionale. «Vincere a Roma? Ci penso ma per dire quanto saremo competitivi in questa stagione aspetto ancora un mese». Premiato all'intervallo dal sindaco di Roma Walter Veltroni, da Pierluigi Toti per la Virtus e dal presidente della Lega Enrico Prandi (la Fip ha brillato una volta di più per la sua colpevole assenza) Myers ha una dedica particolare. «Certo, a Davide Ancilotto. Avrebbe compiuto 30 anni in questa serata. Un ragazzo d'oro, un mio amico». Ma Myers l'ha inviata l'e-mail alla Fip per candidarsi tra i dodici di Atene 2004? «E che io ho bisogno di una e-mail?» risponde sorridendo. E aggiunge. «L'ho detto a Recalcati di chiamare i dodici che si sono qualificati. Io le Olimpiadi le vedrò in tv». Il pubblico ha beccato pesantemente Griffith. «Non è così che lo si aiuta. Lui è stato ed è un grande giocatore. La gente deve stargli vicino, per il bene della squadra». Sul centrone di Chicago interviene anche Bucchi. «Non l'ho fatto partire in quintetto non per punirlo ma per dargli un segnale chiaro. Noi abbiamo bisogno di lui, ma deve reagire». Ma se la sentirebbe di assicurare che Griffith sarà il pivot della Virtus fino al termine della stagione? «Spero di sì, significherebbe che il suo rendimento è cresciuto e s'è stabilizzato». Poi un commento sulla partita. «Abbiamo sbagliato a farli rientrare in partita. Ma lo avevo detto, loro sono una squadra che sta lottando con i denti e s'è visto». La vittoria avvicina il primo obiettivo stagionale. «Credo che vincendo anche contro Udine potremmo essere tra le migliori otto». F. Fab.

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