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Sul lastrico senza gas, luce e stipendi

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Non se la passa bene il Calcio Monza, società di serie C2 che di valore ormai ha solo il passato: per colpa del mancato pagamento delle bollette, ieri sono stati tagliati acqua e gas dello stadio Brianteo e del centro sportivo di Monzello, dove si allena la squadra (fatte salve le abitazioni dei custodi). Rimandata, dunque, la ripresa degli allenamenti, prevista per ieri: gran parte dei giocatori se ne sono tornati a casa, solo in pochi sono rimasti per un breve allenamento insieme con alcuni elementi della Primavera. Il taglio di acqua e gas è in realtà solo l'ultimo tassello di una storia tribolatissima negli ultimi anni e dal futuro molto incerto. Il Monza sta infatti vivendo un momento di crisi che sembra irreversibile: l'amministratore unico è ancora Cesare D'Evant, mentre l'azionista di maggioranza è il presidente Priamo Atzeni, ma la società è attualmente in mano al tribunale fallimentare, che il 10 gennaio si pronuncerà sul futuro del Calcio Monza, fortemente indebitato. Molti giocatori sono stati sfrattati dalle loro abitazioni perchè la società non ha pagato gli affitti. Per non parlare degli stipendi non pagati agli stessi giocatori e ai dipendenti o della crisi tecnica, che ha portato al licenziamento dell'allenatore Piantoni, rimpiazzato da Pedrazzini, e ultimamente del direttore sportivo Nereo Bonato. Rischia, insomma, una brutta fine una società che ha fatto da scuola a dirigenti e giocatori di alto livello. In maglia biancorosso sono cresciuti e passati in tanti, da Ruben Buriani a Daniele Massaro, da Billy Costacurta a Gigi Casiraghi, da Giovanni Stroppa fino ad arrivare a Massimo Oddo, Fabio Moro e Roberto D'Aversa. Tra i dirigenti, invece, nella società brianzola si è fatto le ossa Adriano Galliani: l'attuale vicepresidente del Milan ha infatti cominciato la propria carriera di dirigente calcistico proprio al Monza. Luc. Catt.

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