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NON SI PLACANO LE POLEMICHE SU GIOCO CALCIO

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L'ira di Gaucci: «Galliani difende solo gli interessi delle grandi»Il presidente del Perugia di nuovo all'attacco: «Noi facciamo da scudo, loro la Champions. Finora solo promesse non mantenute»

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Non abbassa la guardia il presidente del Perugia, Luciano Gaucci e in vista del possibile sciopero annunciato per domenica prossima dai 5 club (Empoli, Ancona, Brescia, Chievo e lo stesso Perugia) per gli irrisolti problemi dei diritti tv, torna ad attaccare dai microfoni di Radio Anch'io Sport il presidente della Lega, accusandolo di «fare solo gli interessi delle grandi squadre». «Abbiamo giocato nove partite con tante promesse mai mantenute - continua Gaucci - A Giococalcio mancano i soldi? Ma la piattaforma è stata fatta per l'antitrust. Noi facciamo da scudo alle grandi squadre, che hanno preso i contratti miliardari e noi niente. Noi consentiamo loro di andare in Champions League, e non è giusto che alla fine noi non prendiamo niente. Galliani aveva garantito che questi soldi sarebbero arrivati, così come aveva garantito la mutualità al Catania e poi l'ha tolta. Chi abbiamo noi come referente, la Lega è la casa di tutti e Galliani non deve difendere solo chi gli fa comodo». Gaucci non è troppo ottimista sulla risoluzione del problema: «Si sta interessando il dottor Tatò - continua il presidente del club umbro - e io ho parlato anche con Letta. Ma noi non possiamo per aiutare gli altri fermarci noi. Il campionato c'è anche grazie a questa piattaforma. La lega non ci tutela. È stranissimo che ci siano club che prendono 170 miliardi e altri solo 15». Più diplomatico il presidente dell'Empoli Fabrizio Corsi, che invece intravede uno spiraglio nel braccio di ferro. «Lo sciopero è la soluzione estrema a cui non voglio pensare - dice Corsi - ma è stato l'unico modo per attirare l'attenzione. Pochi abbonati a Giococalcio? I 40mila sono comunque un successo, visto che la piattaforma non è stata pubblicizzata. A livello organizzativo si poteva fare meglio, ma è già un successo. Il vero problema è stata la vendita soggettiva dei diritti televisivi: guardando la classifica si vede che così sono sparite le squadre medie. La forbice si è divaricata». Non vede nello sciopero una soluzione ai problemi per i club sotto contratto con Giococalcio il vicepresidente della Figc, Giancarlo Abete. «Il consiglio federale di giovedì - ha detto intervenendo a Radio Anch'io Sport - sarà anche l'occasione per una riflessione di carattere generale. È giusto esprimere le posizioni di denuncia, ma c'è un valore da ricordare che è quello del rapporto con i tifosi». Non possiamo mettere a rischio la credibilità del calcio. Sono abbastanza ottimista sullo sciopero, perchè credo che qualcosa si sia mosso».

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