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Il Pescara è ormai sulla strada giusta

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Il gol di Calaiò dà agli abruzzesi 3 punti meritati dopo quattro pareggi consecutivi

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Con il risultato pieno ottenuto ieri ai danni del Piacenza, la serie positiva del Pescara comincia ad assumere toni importanti, restituendo agli abruzzesi serenità anche dal punto di vista della classifica. Vittoria di misura, 1-0, ma nei fatti molto più netta di quanto possano raccontare i numeri, perché Calaiò e compagni hanno interpretato nella maniera giusta il secondo impegno interno consecutivo, rendendo gli ospiti inoffensivi per larghi tratti del match. Il migliore in campo è stato proprio Emanuele Calaiò, spina nel fianco all'interno della macchinosa difesa biancorossa. In casa-Pescara, formazione annunciata con Cecchini in panchina e i ritorni in campo dal primo minuto di Dicara, Bellè e Palladini; Giampaolo gioca accentrato alle spalle di Calaiò. Più sorprendente l'undici ospite, che presenta il solo Beghetto (un ex) di punta e un folto centrocampo; il gioiellino Cipriani parte dalla panchina. Nel primo tempo le azioni importanti da annotare sono poche, circostanza forse dovuta proprio al grande affollamento di uomini nella zona mediana. Pericolosa è senza dubbio quella che cade al 7', ed è Beghetto a far venire i brividi a Santarelli: colpo di testa in anticipo su Dicara e palla fuori di un soffio. Dopo un po' di latitanza, viene fuori il Pescara. Al 31' un tiro di sinistro di Calaiò scalda le mani di Guardalben e, sul tiro d'angolo conseguente, arriva il gol dei padroni di casa. Corner di Colonnello, c'è una deviazione leggera, sfera a Calaiò che con un tocco furbo alla Paolo Rossi insacca da due passi. Per Calaiò è la sesta rete nella stagione in corso. Cagni prova a correre ai ripari e inserisce finalmente Cipriani, modificando il modulo di partenza nel 4-4-2. Il neo-entrato si fa vedere subito con una conclusione aerea parata da Santarelli e, più in generale, si intuisce che l'incontro è destinato a ravvivarsi. Poco prima del fischio di metà gara è ancora Cipriani, di testa, a impensierire la retroguardia pescarese: palla alta non di molto. Episodio su cui si discuterà a lungo, a inizio ripresa (4'): Giampaolo se ne va, palla a Minopoli che viene atterrato in area da Guardalben in uscita. Sembra rigore, ma Messina dice che è tutto regolare. La decisione scatena le proteste della panchina del Pescara e il vicepresidente Oliveri viene espulso, pagando per tutti. Ma, episodio a parte, ora il Piacenza appare in netta difficoltà. Palladini potrebbe approfittarne al 12', il suo diagonale su assist di Giampaolo è però neutralizzato da Guardalben; idem al 25', sempre con Palladini la cui deviazione è pericolosa ma fuori. Clamoroso al 26': angolo di Bellè, splendido colpo di testa in avvitamento di Calaiò, palo a portiere battuto! Degli emiliani nessuna traccia, annichiliti dall'organizzazione degli abruzzesi e dalla loro stessa scarsa vena; ma nel frattempo il risultato non muta. Minuto 36, potrebbe scapparci la sorpresa, d'altro canto il calcio è ricco di queste beffe: Lucenti si trova tra i piedi una palla d'oro, rasoterra a botta sicura, miracolo di Santarelli. Nei minuti conclusivi il Piacenza tenta il tutto per tutto, senza successo, nonostante un'altra buona chance per Beghetto. Giusto così, l'1-0 va perfino stretto agli uomini di Iaconi, applauditi a lungo dalla tifoseria. Applausi, e punti, meritati. Pur senza entusiasmare, ma portando a termine una gara intelligente.

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