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Capitalia sonda l'imprenditore per il nuovo aumento di capitale In corsa anche Alessandri di Technogym e il cementiere Colaiacovo

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Un ulteriore immissione di forze fresche da 100 milioni: l'ufficialità è arrivata dopo il Cda di venerdì, che ha approvato la trimestrale con perdite superiori a oltre un terzo del capitale sociale, determinando la necessità di ricapitalizzare. In tempi rapidi, cioè entro il 18 dicembre. Un mese, appunto. Anche perché l'intesa sottoscritta con i giocatori nella scorsa primavera prevede che la conversione di 5 mesi mensilità pregresse in azioni debba decollare entro il 20 dicembre. Ecco quindi l'idea di inglobare l'aumento di capitale riservato ai giocatori in quello generale, che avrebbe preso forma solo a inizio 2004. Ridurre il capitale sociale per assorbire le perdite e poi dare il via al nuovo progetto da 100 milioni (20 milioni la cifra destinata ai giocatori). Dopo il prospetto spazio al futuro, cioè ai nomi. Perché Capitalia, grande regista del rilancio biancoceleste, sarà chiamata a sensibilizzare un terzo socio. Uno o più di uno. Sicuramente ci saranno nuovi azionisti. Dopo Ricucci e Ligresti, l'istituto di credito guidato da Geronzi potrebbe coronare un progetto naufragato sul filo di lana nello scorso agosto: coinvolgere Vittorio Merloni nel piano-Lazio. Al re degli elettrodomestici, che vantava un credito di circa 38 milioni nei confronti del club, è stata girata la quota Sky per i diritti tv. Il resto fa parte dell'accordo con l'Indesit, per la sponsorizzazione di Champions League e Coppa Italia. Il destino di Merloni, quindi, sembra intrecciato a doppio filo a quello della Lazio. E gli ultimi eventi finanziari, come la cessione a Capitalia della Cofiri, società di servizi finanziari, ex Iri, di cui Merloni (attraverso Fineldo) era azionista al 40%, rafforzano questa convinzione. Geronzi si tiene l'asso nella manica: con Merloni (che entrerà in Mcc) i rapporti sono ottimi. L'uomo Capitalia però vanta altre corsie preferenziali. L'ipotesi più semplice conduce sicuramente al petroliere Brachetti Peretti, vicepresidente dell'Api, entrato a inizio novembre nel Cda biancoceleste. Poi ecco le sinergie vantate dall'istituto di credito romano: spuntano quindi i nomi di Nerio Alessandri, presidente della Technogym (azienda leader nei prodotti da palestra), amico di Matteo Arpe, Ad di Capitalia. E poi ancora Carlo Colaiacovo, cementiere perugino, presidente della Colacem di Gubbio, e Gianpaolo Angelucci della Tosinvest. Una lista di nomi sempre più nell'orbita Capitalia. Che gestirà anche la fase più delicata della nuova ricapitalizzazione, chiamata comunque a incrementare almeno la quota di Stefano Ricucci. Rastrellare sul mercato almeno il 50,01% è l'obiettivo degli attuali azionisti, anche per evitare i pericoli che si corrono in vista dell'aumento di capitale riservato ai giocatori (18 o 19 dicembre), quando servirà comunque la maggioranza qualificata per evitare alle casse societarie un salasso da 11 milioni cash. Per quella data bisognerà raccogliere le deleghe dei piccoli azionisti: compito ingrato, con il testimonial scelto, Felice Pulici, a fare da raccordo. I certificati dovranno essere ritirati ex-novo, cioè con la nuova data: un iter, burocratico, da ripercorrere per tutti i soci, anche se la società sta provando ad aggirare l'ostacolo, cioè quello del quorum. La Lazio guarda al futuro. E nel ventaglio delle soluzioni c'è sempre quella che esula dalla pista-Capitalia: cioè la cordata di San Marino, dietro alla quale c'è la catena alberghiera Midas. Il gruppo, rappresentato dall'avvocato Riccardi, procuratore speciale, continua a rastrellare azioni, magari attraverso quattro società distinte. Vuole costruire e garantire solide fondamenta al futuro biancoceleste, non più vincolato a ricavi aleatori. I tifosi aspettano e chiedono un «proprietario». La svolta, ormai, è dietro l'angolo.

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