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UN PALLONE di cristallo, una maglia azzurra firmata da tutti i giocatori della nazionale, e soprattutto ...

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Al punto che il giovane talento romanista, per non rovinare tutto, offre il «fioretto di non fare più polemiche». L'appuntamento per tutti gli azzurri in Vaticano, prima della partenza per Varsavia, è alle 11 nell'aula Paolo VI. La delegazione azzurra guidata dal presidente Figc Franco Carraro comprenderà tutto il consiglio federale, il ct Giovanni Trapattoni e i 20 azzurri convocati per Varsavia. Previsto il saluto del Pontefice, un discorso di Carraro, e poi la consegna dei due doni. Come gesto di omaggio al papa polacco, al suo venticinquesimo anno di Pontificato, la Figc ha poi deciso di adottare cento bambini a distanza: i dettagli dell'iniziativa benefica saranno definiti con il Vaticano. Al fianco degli azzurri, ospiti particolarmente graditi per Karol Woytila, oltre ad alcuni rappresentanti di Solidarnosc il capitano della Polonia Zielinski, Dudek, portiere come fu anche il Papa in gioventù, e poi una piccola delegazione polacca guidata dal presidente della locale federcalcio. Nel primo pomeriggio, voleranno anche loro con la nazionale azzurra sul charter Roma-Varsavia. L'amichevole di domani sera è la prima delle due fissate nelle date degli spareggi per l'Europeo: l'idea di una trasferta in Polonia era inizialmente nata da un'idea della Rai, ben lieta di un evento sportivo di questa portata. Poi la scelta tecnica è caduta proprio su Polonia e Romania, e la Figc ha ottenuto ottimi riscontri economici (oltre 2 milioni di euro) dalle cessione dei diritti tv delle due amichevoli. Per quella di domani, dopo le assenze per infortunio e quelle per turn over, Trap si ritrova anche a fare i conti con l'assenza di Totti. Dopo il derby, il capitano giallorosso ha dato forfait per il male alla schiena che lo affligge da tempo. Così aumentano sensibilmente le chanche di una ribalta importante per Antonio Cassano, il genio ribelle del calcio italiano che il ct azzurro ha deciso di chiamare nonostante i dinieghi pubblici delle ultime settimane. «Devo ammettere che mi ero già messo il cuore in pace - ha detto Antonio Cassano, al settimanale Controcampo - Trapattoni aveva detto che non era l'occasione giusta, e non l'avevo presa bene. Ho pensato: se non mi chiama per questa amichevole, ci vorranno altri dieci anni prima di togliermi l'etichetta di ragazzo viziato. Per me la nazionale è sempre stata un sogno, e infatti spero solo che questo non sia uno scherzo». Quell'etichetta, Cassano se la porta dietro dai tempi di Bari, fino ai primi mesi di Roma: la storia della guida senza patente, il no a Gentile, la fuga dal ritiro della Roma, le corna a Rosetti solo sei mesi fa, al Meazza. Tutte immagini che avevano oscurato il gran gol con il quale si era presentato alla scala del calcio, in un Inter-Bari, e le piccole prodezze in maglia giallorossa. «Ho deciso di cambiare per me - ha aggiunto Cassano - Il merito è mio, ma anche di Capello: mi ha trattato come un figlio». E in vista della prima maglia azzurra, Cassano assicura: «niente polemiche, ho fatto un fioretto». Tanto più che domani si va dal Papa polacco.

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