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Capua: «Non c'è da temere un'altra ondata di positivi»

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Pino Capua, presidente della Commissione antidoping della Federcalcio. Dottor Capua, ci sono i presupposti per temere un'altra ondata di doping nel calcio dopo gli undici casi di non negatività di due anni fa? Credo proprio di no. Allora la situazione era pericolosa ed allarmante. Oltre ai casi citati, ne furono riscontrati 45 di poco sotto la soglia consentita tra tutti i calciatori sorteggiati. Oggi la situazione è diversa. Negli ultimi mesi c'è stato un deciso giro di vite. Gli elementi in nostro possesso inducono all'ottimismo. Blasi e Kallon? Si tratta di episodi isolati. Li considero incidenti di percorso. Capello sostiene che l'industria del doping sia all'avanguardia rispetto a quella dell'antidoping. Questa è una vecchia storia. Il doping è in continua evoluzione, noi stiamo cercando di recuperare terreno. Non abbassiamo la guardia, ma il nostro «inseguimento» sta dando ottimi frutti. Il controllo incrociato sangue-urine e la possibilità di scovare tracce di Gh nel sangue testimoniano la bontà del nostro lavoro. Grazie anche alla disponibilità dei calciatori a breve partiranno i controlli incrociati, una novità assoluta nel mondo del calcio. Quando questi controlli diventeranno operativi? «Molto presto. Poichè si tratta di prelievi a sorpresa, preferisco resti tale anche la data di partenza. Comunque si partirà a breve. L'esempio Ght, steroide nato solo per uso-doping, può essere allarmante anche per l'Italia? È la dimostrazione che la piaga del doping è in continua espansione. Noi però non abbiamo perso tempo. Il Laboratorio dell'AcquaAcetosa è stato attrezzato in tempo di record per analizzare e scovare questa nuova sostanza dopante. Se il fenomeno dovesse esplodere, noi saremmo pronti». Mat. Pet.

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