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SALUTO «Salve pescecani» (Claudio Ranieri ai giornalisti, nella converenza stampa dell'altro giorno).

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NUMERI «I miei numeri li avevano tutti, strano che non mi abbiano trovato» (Vialli deluso per non essere stato chiamato da Moratti). RIGORI Ieri sera a Castellon, in Spagna, s'è giocato l'ultimo pezzo di Castellon-Valencia, sedicesimi della Coppa del Re, sospesa una settimana fa perché uno spettatore aveva tirato un cellulare in testa all'arbitro Tellez Sanchez. La partita stava sull'1 a 1, mancavano undici minuti alla fine e il Valencia doveva tirare un rigore. Ieri sera, appunto, si sono giocati gli undici minuti residui e si è cominciato tirando il rigore. Consegniamo questa rubrica troppo presto e non sappiamo com'è andata a finire. Però l'argentino Osvaldo Soriano, che fu ottimo calciatore e ottimo scrittore, immaginò una situazione simile nel racconto «Il rigore più lungo del mondo» (1958). Qui il portiere Gato Diaz alla fine parava, non una ma due volte (Soriano immaginò un arbitro capace di far ripetere il tiro). Nella realtà, un caso come quello di Castellon è accaduto nel 1997, proprio in Argentina, in un Estudiantes-Guemes 3 a 2, sospesa al novantesimo, dopo l'assegnazione di un calcio di rigore all'Estudiantes, per via di una rissa generale. Un mese dopo l'Estudiantes tirò il suo rigore. E lo sbagliò.

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