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CRESPO: «SONO STATO COSTRETTO AD ANDARMENE»

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Veron più Crespo, un pezzo di Lazio trapiantato al Chelsea. Trotterallano sul campo, deliziano gli esteti con tocchi sopraffini, poi si concedono ai tifosi. C'è il sole sul campo di Heatrow, tra un aereo che decolla e un sorriso, il college che ospita lo squadrone di Abramovich fa da sfondo ai ricordi. Seba, così lo chiamano anche qui, che poi è Veron, sta meglio: prova e riprova, stasera ci sarà. E dedica un messaggio eloquente alla sua cara, vecchia Lazio. «Un giorno tornerò: i sentimenti valgono più dei soldi, soprattutto se si tratta d'una società seria. Piuttosto come vanno le cose?», ammonisce con tono curioso, quello di chi non ha proprio dimenticato il biancoceleste. A pochi metri ecco Crespo, che invece è in dubbio per un problema agli adduttori. «Grande partita, per noi è un'emozione», e poi uno sguardo al passato. «Ai tifosi laziali voglio bene: qualcuno se la prese perché le mie affermazioni, due anni, sembrarono troppo dure. La verità è che la Lazio era in difficoltà economica, la gente l'ha saputo dopo, i fatti mi hanno dato ragione. Però sono passato per uno non attaccato alla maglia. Io e Nesta siamo stati costretti ad andarcene. Dell'esperienza biancoceleste conservo un ricordo indelebile: ho fatto 50 gol in due anni e sfiorato la vittoria di uno scudetto. L'Inter? Il licenziamento di Cuper non mi ha sorpreso». Ranieri serafico: «Mancini ha dato alla Lazio una mentalità internazionale, sarà dura, perché in contropiede giocano alla grande ma noi non possiamo sbagliare. La sconfitta contro l'Arsenal pesa ancora ma guardiamo avanti. Cudicini si riprenderà: è un grande uomo, stasera farà una partita eccezionale, ne sono convinto». Infine il rimpianto di Mutu: «Ho trattato con la Lazio, peccato, mi sarebbe piaciuto essere allenato da Mancini». Stasera ci giocherà contro: al suo fianco Hasselbaink (ma Crespo potrebbe anche trovare spazio nella ripresa). A centrocampo, con Veron, Lampard, Duff e Makelele. Fab. Mar.

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