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DAGLI altari alla polvere e, poi, di nuovo sugli altari: questo il percorso simil napoleonico compiuto ...

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Accolto trionfalmente da pubblico e critica, che lo preferivano al sin troppo riservato Zoff, ha visto precipitare la sua stella ai mondiali, toccando il minimo storico della popolarità all'inizio disastroso delle qualificazioni per gli Europei. Adesso, centrato l'obiettivo di andare in Portogallo, con prove pure convincenti, è nuovamente un eroe, il commissario tecnico ideale. Una storia che è l'ennesima testimonianza della nostra mancanza di cultura sportiva. Mai mezze misure, analisi distaccate. Il buon Trap in Giappone & Corea e anche dopo di errori ne ha commessi a bizzeffe, ma non avrebbe meritato il linciaggio cui è stato sottoposto. Come ora non è il caso di sopravvalutare l'approdo alla fase finale del torneo continentale, considerando la qualità delle avversarie nel girone eliminatorio. La vera impresa sarebbe quella di vincere finalmente il campionato europeo, che abbiamo conquistato una sola volta, nel fatidico '68, giocando in casa e derubando la malcapitata Jugoslavia. CASSANEIDE La coerenza è la virtù degli imbecilli, sostiene una corrente di pensiero attualmente assai in voga in Italia. A questa scuola deve indubbiamente appartenere Claudio Gentile, già ruvido terzino della Juventus e della Nazionale, campione del mondo del 1982, ora responsabile dell'Under 21. Decretato l'ostracismo ad Antonio Cassano, le cui eccezionali doti tecniche gli sono universalmente riconosciute, proprio l'altro giorno ha dichiarato: «L'attaccante della Roma è il miglior giovane talento venuto fuori negli ultimi 25 anni». Poi, per l'esclusione del giocatore dalla sua squadra, si è giustificato asserendo che bisogna avere anche qualità umane. Parole furbastre che preludono ad un ripescaggio di Cassano adesso che gli impegni degli azzurrini si fanno più severi o paura di rimediare una figuraccia se Antonio dovesse essere incluso da Trapattoni fra i convocati per la fase finale dell'Europeo? GHEDDAFI Saadi, il figlio di Gheddafi tesserato dal Perugia e mai finora sceso in campo in partite ufficiali, ha rifiutato la convocazione della nazionale libica impegnata in un incontro di qualificazione mondiale. Il diretto interessato non ha voluto precisare i motivi del suo rifiuto. Ormai calato nei panni di giocatore professionista a tutti gli effetti, deve evidentemente ritenere che il calcio africano gli sta stretto, anche se tuttora in attesa dell'attenzione di Cosmi, affaccendato al momento a ridare sprint al Perugia. Aspetta e spera è il suo motto, dimenticando che sono parole di una canzonetta italiana dell'epoca colonialista.

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