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di AUGUSTO PARBONI «HO SOLO eseguito gli ordini, ero un mero esecutore».

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È rimasto per quasi cinque ore nella stanza del pubblico ministero Maria Cristina Palaia, titolare dell'inchiesta sulle fasulle documentazioni presentate per l'iscrizione al campionato di calcio lo scorso 28 luglio. E non solo. Il sostituto procuratore avrebbe intenzione di accertare la veridicità delle date e degli orari apposti sui documenti, che dovevano essere depositati non oltre le 19 dello stesso giorno. Situazione che in parte avrebbe chiarito Spiridigliozzi nel corso del suo interrogatorio, avvenuto ieri in presenza del suo difensore, l'avvocato Fabio Massimo Marini. L'impiegato della Covisoc infatti ha riferito al pm che la sera «incriminata» dopo le 19 negli uffici di via Allegri era presente solo lui, il segretario Turchetti era già tornato a casa. E così il pm dovrà accertare se in quelle stanze fosse presente anche qualche rappresentante delle squadre di calcio mentre venivano retrodatate le carte. Per ora i reati ipotizzati dalla procura nel fascicolo processuale sono quelli di falso in atto privato, truffa e corruzione, ma non è escluso che venga contestato agli indagati anche quello di falso ideologico, poiché i due impiegati della Covisoc sono da ritenersi incaricati di pubblico servizio. In base a quanto emerso i quattro club sono parti offese in questo procedimento, almeno per il momento. Per la fine della prossima settimana sono previsti nuovi interrogatori di altri indagati A doversi sedere dunque nella stanza del pubblico ministero nei prossimi giorni saranno il mediatore Paolo Landi e il consulente finanziario del Napoli Giovanni De Vita.

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