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Salva-calcio, «scivolo» da 860 milioni

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Si contano i debiti da sanare ma da ieri - nelle stanze dorate di società calcistiche blasonate - anche i giorni da vivere. Ci vorranno due settimane perché l'indagine sul decreto salva-calcio prenda corpo, poco più di un mese per arrivare alla «sentenza» che potrebbe anche provocare una serie di fallimenti a catena di grandi squadre. Si tratta di vedere se sono riscontrabili aiuti di Stato nella legge che prolunga di dieci anni la possibilità di dedurre le perdite dall'imposta dei redditi. In serie A solo Juve e Bologna hanno scelto di non usufruire dello «scivolo» e seguire il normale processo di ammortamento (capitale giocatori per 220,6 milioni di euro). La benedetta rateizzazione molto sponsorizzata in Federcalcio dal presidente Franco Carraro e utilizzata subito da chi non aveva neanche gli euro sufficienti per l'iscrizione al campionato ha invece permesso alla Lazio di sopravvivere, al Milan dalla rosa infinita di non arrivare con l'acqua alla gola, alla Roma di mettere sul libro contabile una bella sottrazione e trovare la moneta per tirare avanti per un altro anno almeno. Ma anche altri club che non navigano nell'oro (vedi Inter, la squadra più «generosa» negli ingaggi, che ha un'immobilizzazione per i diritti giocatori di 278,7 milioni di euro) e che hanno esultato al decreto del governo adesso sono lì che sperano in un atto d'indulgenza della Unione Europa. Alla delicata questione, sollevata a Cernobbio dal commissario europeo alla concorrenza, Mario Monti, è direttamente interessato il responsabile Ue del mercato interno, Fritz Bolkstein, poiché questo tipo di operazione è contrario alle norme comunitarie sulla contabilità. Per Monti l'avvio di un indagine non porterà comunque al fallimento di molte società ma lo scopo è di reintrodurre degli elementi per una sana competizione a parità di condizioni. Mettere nuove regole nell'immediato e di fatto abolire la spalmatura di un patrimonio giocatori che oggi complessivamente tocca gli 1,9 miliardi di euro, provocherebbe comunque un terremoto e un caos finanziario, la cui conseguenza sarebbe la stessa che ha dissanguato la Fiorentina. Con il decreto la Lazio ha ridotto a poco più di 5 milioni di euro il solo valore patrimoniale di Stankovic e Lopez. All'annuncio Ue si torna a sottolineare, nell'opposizione, come il provvediemto possa rischiare di costare caro alle casse dello stato poiché se i bilanci delle squadre dovessero tornare in utile le svalutazioni consentiranno di abbattere i profitti e di pagare quindi meno tasse. Riducendo così anche il gettito fiscale per le casse pubbliche. Il governo però ha sempre respinto assicurando che la norma sarebbe stata a costo zero.

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