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Giovani talenti giallorossi crescono: sono Cassano, De Rossi e D'Agostino il futuro della nazionale

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Tre stelle per il Trap

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La Roma dei giovani mette un piede in nazionale anche se per il momento si tratta solo dell'Under 21 di Gentile. Già, quel Gentile che per puntiglio e ingiustificato orgoglio, ha negato a Cassano la maglia azzurra e all'Italia il genio calcistico del barese. Genio e sregolatezza, da sempre a braccetto, hanno intimorito fin troppo il cittì dell'Under che ha «cacciato» il romanista dalla giovane nazionale e condizionato il Trap per la convocazione in quella maggiore. Difficile capire perché, con Totti fuori uso, Trapattoni non abbia pensato a dare una chance al giovane talento di Bari vecchia: poi la sorte ha mandato il redivivo Inzaghi in aiuto del tecnico azzurro. Cassano è maturo, pronto per fare il salto in azzurro e giocarsi una maglia al pari degli altri cinque attaccanti convocati dal Trap. Ma non solo Cassano, perché l'8-1 imposto dai giovanotti di Gentile ai pari-corso gallesi, ha messo in evidenza altri due giovani talenti giallorossi. Anzi, più che messo in evidenza si potrebbe dire che ha fatto conoscere anche fuori Roma, la classe e le capacità tecniche di De Rossi e D'Agostino. Il primo è stato «promosso» già dalla scorsa stagione in prima squadra da Capello: uno che di talenti se ne intende. Anche quest'anno De Rossi sta mantenendo le promesse e sembra in crescita progressiva. Ottimo l'esordio dal primo minuto in azzurro contro il Galles. Il romanista ha preso possesso del centrocampo con autorità, senza indugi e ha trascinato la nazionale tenendo alta la squadra e chiudendo ottimamente in fase di copertura. Gentile lo ha elogiato a fine gara e la sua presenza in futuro sarà scontata a prescindere dagli infortuni dei compagni di reparto. Daniele è nato a Ostia, ormai un quartiere della capitale ed è un prodotto del vivaio giallorosso. Ha fatto tutta la trafila giovanile da attaccante, poi s'è sviluppato il suo futuro da centrocampista. Ed è così arrivato ad indossare la maglia giallorossa, quella vera, quasi in concomitanza con la promozione del papà Alberto: per anni allenatori degli allievi da quest'anno tecnico della Primavera. L'altro gioiellino giallorosso prestato a Gentile, è di origine siciliana, ma di adozione laziale. Lo ha portato in città Bruno Conti, che l'aveva scoperto su un campetto scalcinato di Nettuno. Da qui l'inserimento in giallorosso e le prime uscite, aggregato con la prima squadra, ai tempi di Zeman: era l'ultimo ritiro del boemo con la Roma a Predazzo (estate del '98). Anche D'Agostino nasce attaccante puro e poi si evolve quale centrocampista. Dopo l'anno di Zeman la Roma lo ha mandato a farsi le ossa a Bari e nell'ultima sessione di calciomercato, lo ha riscattato nonostante la corte sfrenata della Juve: anzi forse ancor di più proprio per quello. Ora è uno dei punti cardine sul quale la società di Trigoria punterà per il futuro: pallino di Sensi che stravede tanto per lui quanto per De Rossi. Saranno loro i nuovi Totti. Nonostante la trasformazione a centrocampo, il pallino per il gol è rimasto a entrambi. De Rossi ha chiuso la passata stagione siglando due gol bellissimi e D'Agostino ogni volta che vede la porta tira... e fa bene. C'è lo zampino del siciliano su quasi tutti gli otto gol siglati dall'Italia a Pavia contro il Galles: se non è un segnale questo!

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